Officine Culturali

Valorizzazione della bellezza

Officine Culturali è un’associazione culturale nata nel 2010 in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, con l’obiettivo di rendere accessibile e comprensibile il complesso architettonico del monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena.

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Officine Culturali Associazione

Associazione

Catania

www.officineculturali.net

Officine Culturali | Valorizzazione della bellezza

La strada aperta da Officine Culturali – una provocazione generativa in un panorama che non sempre riesce a riconoscere “la nuova occasione” che anche la crisi rappresenta – appare un passaggio obbligato per far rinascere il nostro patrimonio culturale e con esso riattivare le comunità e dare ossigeno allo sviluppo.

La sua mission è la valorizzazione di un complesso architettonico di inestimabile pregio storico artistico, il monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena, riconosciuto patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2002, attraverso percorsi guidati condotti da giovani studenti dell’università appositamente formati.

Da dove nasce l'idea

L’associazione nasce come esperimento didattico che si trasforma presto in una realtà vivace, progettualmente dinamica e generativa di cultura, sofisticate competenze professionali, prima occupazione, legami e reti locali e globali.

Gioiello del tardo barocco siciliano e complesso benedettino tra i più grandi d’Europa, l’edificio nasce nel 500 e si sviluppa fino ai giorni nostri, esempio di integrazione architettonica tra le epoche.

“Officine Culturali coinvolge giovani esperti del patrimonio culturale in grado di far conoscere il monastero alle comunità locali e ai viaggiatori. Il monastero si apre alla città di Catania anche con attività sociali, culturali, ludico-ricreative, teatrali ed editoriali.”

La Storia

La conoscenza della Storia avviene attraverso un “fare conoscenza” del luogo, vivendolo e facendolo vivere. Da qui il nome “Officine culturali” che vuole richiamare il desiderio di essere uno spazio produttivo di cultura e di pratiche.

L’azione di Officine Culturali si inserisce nell’alveo di una storia illustre che è soprattutto una storia di “cura”. Cosa non facile in Italia, dove l’eredità storico-artistico-culturale rischia non raramente di essere vista come una voce di costo, più che un capitale da valorizzare. Cosa ancor più complicata in Sicilia.

Difficile, quasi ovunque, avviare percorsi innovativi. Difficile ricevere credito e attivare circuiti virtuosi di fiducia e di cooperazione. Difficile smarcarsi da modelli obsoleti di pensiero e di pratica, dalla settorializzazione delle competenze, del carico burocratico. 

Anna Mignosa, una dei fondatori di Officine Culturali, è determinata: “Stiamo dimostrando che si può fare. E che si può fare in un modo diverso.” Dove il concetto di “diversità” può essere tradotto quale capacità di intrapresa, responsabilità personale e organizzativa, innovazione, sostenibilità, indipendenza dai tradizionali canali di finanziamento che hanno non raramente costituito l’occasione per nuove e poco limpide obbligazioni.

L’intuizione di Officine Culturali è anzitutto la scelta di valorizzare il bene a partire dalla sua apertura alla città e ai flussi turistici globali che arrivano a Catania, e dal suo inserimento in reti nazionali ed internazionali sempre più ampie, grazie ad una spiccata capacità di coniugare l’articolazione di proposta culturale di qualità supportata da nuovi modelli comunicativi. Oggi, l’associazione si propone come un’interessante esperienza di promozione di un patrimonio storico-artistico a partire dall’ideazione e realizzazione di percorsi didattici e turistici, anche grazie alla raggiunta integrazione della proposta con quella di altri monumenti catanesi, e all’organizzazione di momenti di socialità, eventi culturali e occasioni di aggregazione per la città intera.

Gli aspetti generativi

La valorizzazione è un inarrestabile processo di contagio: l’avvio di circuiti virtuosi attorno ad un bene tende a non arrestarsi ai confini perimetrali dello stesso.

In un movimento assolutamente generativo, l’oggetto della cura si ampia, così da coincidere sempre più – nell’immaginario come nelle pratiche – con l’intero territorio e le sue risorse dormienti che vengono risvegliate, mobilitate e orientate.
E’ anche in questi termini che Casavola e Trigilia parlano della valorizzazione delle risorse locali come di una “nuova occasione”, per il Sud (ma anche per l’intero Paese), dove queste ultime sono il “patrimonio di beni culturali ed ambientali, di conoscenze legate al progresso scientifico e di saper fare diffuso, radicato in specializzazioni produttive, che contribuiscono a definire l’identità di un luogo”.
La nuova occasione è dunque, anzitutto, un’occasione di riscoperta dei “talenti” locali e della propria identità distintiva – ciò che chiamiamo “cultura” e che, insieme, e solo insieme, può generare sviluppo economico e sociale.
Il percorso fatto fino ad oggi da Officine Culturali sembra dirci che la valorizzazione è anzitutto un processo di riconoscimento di un valore – quello di una eredità culturale – da cui si originano e si affermano nuovi valori. Come a dire che valorizzare la cultura produce nuova cultura e che valorizzare un bene produce nuovi beni.
Ma un passaggio va chiarito: è attraverso il riconoscimento del valore del bene che esso viene “rigenerato”, in una nuova alleanza spazio-temporale tra passato, presente e futuro.
Così oggi, anche grazie a Officine Culturali, complesso monastico e città si appartengono nuovamente: il monastero è aperto ed accogliente e per questo è abitato, frequentato, attraversato, conosciuto, contemplato, conservato, rinnovato, amato. Il monastero è vivo. Ed è per questo che esso riesce ad attirare le nuove generazione e i tanti turisti che ogni anno lo visitano a cui esso consegna una memoria e un germe di futuro. Il riconoscimento di un valore consente dunque di illuminare il rapporto di reciprocità, potremmo dire di reciproca appartenenza tra le persone, Catania, la Sicilia, l’Italia, il mondo e quel particolare bene – che è stato simbolicamente inserito tra i siti protetti dall’Unesco – e permette di intravedervi l’incredibile reticolato di legature e responsabilità: il diritto di godere pienamente di questa preziosa eredità, da un lato, e di conservarla, custodirla, elevarla, trasmetterla, dall’altro. Non da ultimo il riconoscimento porta alla cura, che l’azione che Officine Culturali sta sperimentando, insegnando, testimoniando.