La scuola, le mille e mille scuole italiane sono – prese tutte insieme – la più grande infrastruttura sociale del nostro Paese. Altro che aeroporti, autostrade o viadotti. Le scuole sono dappertutto; e dappertutto accolgono la trasmissione del sapere, l’incontro tra le generazioni, lo scambio di culture e linguaggi. Per questo, a ben pensarci, alla faccia di ogni elucubrazione sul concetto di “bene comune”, nulla lo è più della scuola.
Perché le scuole tengono unite le famiglie, intrecciano le biografie, costruiscono il futuro lavorando sul passato e accompagnano i flussi del presente: milioni di studenti, insegnanti, genitori che ogni giorno si incontrano scambiandosi idee, emozioni, memorie, aspettative. Eppure la scuola resta un luogo verso cui la politica ha un atteggiamento schizofrenico: la trascura o la investe di progetti faraonici che in ultima analisi non sanno dar conto della sua situazione reale che è drammatica – edifici in grave stato di degrado, servizi e strutture insufficienti, poco coordinamento, un corpo docente mai valorizzato come meriterebbe- ma anche pullulante di energie.