L’Agrumaria Corleone rappresenta una delle storie di straordinaria imprenditorialità che caratterizzano il nostro sistema produttivo: quattro generazioni di esperienza e un capitale imprenditoriale e tecnologico in continua crescita.
L’analisi del suo modello di business aiuta a ricostruire gli snodi chiave su cui è costruito il successo del made in Italy. Innovazione continua, mercati globali e grande attenzione alla qualità del prodotto e al servizio al cliente riassumono la formula di successo e caratterizzano i principali processi di creazione del valore.
La logica di organizzazione del lavoro che ne deriva è anche questa consolidata. Il presidio manifatturiero è forte, gli investimenti sono adeguati, la competitività in chiave di efficienza monitorata costantemente. Molta attenzione al risparmio energetico e a una produzione “green” per garantire efficienza e posizionamento dell’azienda sul mercato completano le priorità perseguite. In stretto collegamento, fra la produzione e il cliente, si pone l’ufficio tecnico, nel caso dell’Agrumaria il laboratorio, dove vengono garantiti gli standard internazionali più rigorosi e si personalizza il prodotto in base alle specifiche del cliente. I mercati sono globali, il fatturato estero è nettamente predominante sul fatturato totale, la gestione di clienti internazionali molto consolidata nelle prassi.
Qualità, sostenibilità, competenza e appartenenza delle risorse umane completano il mix a sostegno della competitività. Questo accade nell’alimentare, ma le stesse caratteristiche determinano il successo del Made in Italy nella meccanica, nell’arredo e nella moda; insomma una conferma che il posizionamento è corretto, distintivo, capace di creare valore nel tempo.
Agrumaria Corleone non produce direttamente. Dunque per l’approvvigionamento della materia prima dipende da fornitori siciliani, volendo mantenere con coerenza e determinazione la linea tracciata dal suo fondatore e portata avanti con grande intelligenza dai discendenti, di trattare prodotti esclusivamente “Made in Sicily” riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Oggi in Sicilia le coltivazioni di limoni – solo per fare un esempio concreto delle enormi difficoltà per mantenere vivo il Made in Italy – stanno diminuendo drasticamente.
Ci sono problemi di passaggio generazionale e di profittabilità (vale la pena restare a coltivare la terra dei genitori e dei nonni?) che si innestano sulla mancanza di interventi strutturali a sostegno dell’agricoltura di qualità. Così – oltre a far fronte alla mutevolezza delle condizioni meteorologiche che impatta su quantità e qualità della materia – diventa indispensabile investire sulla compattezza, stabilità e qualità della filiera per rendere robusta un’alleanza che dà lavoro a molti e che può costituire spazio di crescita futura.
Come raccontano in Agrumaria Corleone, la domanda di estratti ed oli essenziali c’è e si potrebbe fare molto di più. Ma è evidente che non ci sono le condizioni per questo sviluppo. Gli interventi istituzionali sono pochi, quando non inesistenti. Non c’è un disegno, una visione. Mancano strutture ed infrastrutture: relazionali, della mobilità, della connettività, dell’innovazione. Si avverte l’urgenza di policy di lungo periodo a sostegno di quei prodotti che fanno il Made in Italy, cioè la parte più solida e dinamica della nostra economia. In Agrumaria Corleone sono fedeli alla loro storia e all’intuizione del bisnonno Salvatore: si resta in Sicilia e si producono solo prodotti siciliani.
E per far questo si investe in ricerca e tecnologia; si tessono relazioni fatte di mani strette e di visite negli agrumeti; si portano i grandi buyers internazionali a conoscere sul campo i fornitori e a toccare i limoni sulla pianta; si sperimentano nuovi prodotti e processi per raggiungere quegli standard di qualità e di eco-sostenibilità sempre più elevati richiesti dal mercato globale; si diventa narratori di una bella storia di famiglia-impresa su nuovi mercati.