Jonas Onlus

Portare la psicoanalisi nel sociale

Jonas Onlus – Centro di Clinica psicoanalitica per i Nuovi Sintomi – è un’Associazione senza fini di lucro fondata nel 2003 da Massimo Recalcati.

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Jonas Onlus

Associazione

Milano

www.jonasonlus.it

Jonas Onlus | Portare la psicoanalisi nel sociale

Jonas è una onlus, con 14 sedi in tutta Italia, fondata con l'obiettivo di portare la psicanalisi nel sociale, affrontando i nuovi sintomi del disagio psicologico tipici della modernità: disordini alimentari, depressione, panico... All'attività terapeutica si affiancano quelle della ricerca, della pubblicazione e della prevenzione.

L’Associazione nasce dal desiderio di realizzare un’istituzione di psicoanalisi applicata al sociale e alla clinica dei Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo: anoressie-bulimie, obesità, depressioni, attacchi di panico, dipendenze patologiche, disagio familiare, infantile e adolescenziale.

Da dove nasce l'idea

Jonas è una onlus fondata nel 2003, che si occupa dei nuovi sintomi del disagio psicologico propri della modernità: disordini alimentari, disagio familiare, depressione, panico, dipendenze e iperattività infantile. Jonas affronta questi disagi tramite lo sguardo della psicoanalisi.

L'idea di Jonas è di rompere con la tradizione della psicoanalisi come terapia elitaria (perché costosa e distante dai circuiti della salute pubblica) e portarla nel sociale. La natura no-profit di Jonas e lo spirito con cui affronta il proprio mandato professionale fa sì che le tariffe applicate siano alla portata di tutti.

“Le nostre attività sono di tre tipi diversi: curare le persone che soffrono di disagi di ordine psichico; attivare dei programmi di ricerca, studio e riflessione delle nuove patologie della nostra epoca; lavorare con le istituzioni in quello che noi chiamiamo ‘clinica in espansione’, in particolare il lavoro con le scuole dove apriamo degli sportelli di ascolto e svolgiamo un’opera di prevenzione.”

Massimo Recalcati, Fondatore di Jonas Onlus

La Storia

Alla terapia si affianca un'intensa attività di ricerca e pubblicazione sui nuovi sintomi e un lavoro di prevenzione presso le scuole.

Con il tempo, Jonas è cresciuta: oggi conta 14 sedi in tutta Italia (Milano, Bari, Bologna, Como, Genova, Padova, Pavia, Pesaro, Pescara, Roma, Torino, Trento, Trieste, San Benedetto del Tronto, Varese) e 140 soci. A Jonas si sono affiancati Dedalus, progetto che si occupa di terapia per l’adolescenza e Gianburrasca, che si occupa della fascia di età 6-13 anni.

Uno degli elementi che fa di Jonas un’istituzione di psicoanalisi applicata è il lavoro nelle scuole.

“Noi crediamo che uno psicoanalista sia tenuto ad immergersi nel campo sociale che abita: interessarsi alle trasformazioni della comunità, ai cambiamenti storici, politici e culturali, indagare i campi sintomatici propri dell’epoca in cui vive. Abbiamo fondato Jonas proprio con la consapevolezza che la nostra è anche una “missione sociale”, non tanto con l’idea illusoria di modificare gli assetti della società, quanto piuttosto con la convinzione che l’unica dimensione vitale consista nell’assunzione di una dimensione etica del desiderio. Questo è il lavoro che Jonas porta avanti nelle scuole. Il nostro stile di prevenzione si discosta dai modelli classici, in quanto non punta a mostrare gli effetti dannosi di una sostanza, le conseguenze di una deviazione comportamentale, ma che ognuno può intrattenere un rapporto particolare tra Legge, godimento e desiderio”.

Gli aspetti generativi

L’offerta di un luogo in grado di accogliere le parole del disagio soggettivo: l'insegnamento etico della psicoanalisi in Jonas consiste nell'assegnare un valore centrale alla parola del soggetto dell'inconscio.

Non sono le prescrizioni comportamentali, i divieti morali, le strategie cognitive a condurre un soggetto verso la guarigione del proprio sintomo. Al contrario, offrire uno spazio di ascolto particolarizzato, singolare, in grado di accogliere la storia di ciascun soggetto produce effetti terapeutici.
Il lavoro sulla parola permette a un paziente di incamminarsi sulla via della scoperta del proprio desiderio. Infatti, il desiderio è l'unico antidoto alle derive mortifere dei sintomi. Il lavoro di una cura consiste nell’accompagnare il soggetto a trasformare il vuoto di cui lamenta all'inizio del trattamento in mancanza costitutiva dell'Essere. Infatti, ciò che caratterizza le nuove forme del sintomo è un senso radicale di vuoto, che viene tappato con gli oggetti di consumo o con gli ideali offerti dal discorso sociale. L'incontro con il proprio desiderio permette, al contrario, di reperire le coordinate di questo vuoto, che da buco incolmabile diventa mancanza-a-essere, come indica Lacan, ovvero il motore intorno al quale ruota il desiderio di ciascuno.