C’è una storia di sport e inclusione lunga 20 anni dietro la nascita dell’Ensi – Ente nazionale sport inclusivi, che il 31 ottobre 2019 è stato ufficialmente riconosciuto quale ente di promozione sportiva paralimpica dal Cip, il Comitato italiano paralimpico. È una storia che inizia a Cremona, sul campo da basket di in una piccola palestra scolastica; una storia in cui anche la sede cremonese del Csv Lombardia Sud ha avuto un ruolo importante.

All’origine di tutto c’è stata la passione per lo sport, ogni sport, intrecciata alle vite di persone con disabilità e non, che pian piano si è trasformata in un fenomeno nazionale, contagiando centinaia di persone.

Se l’Ensi, infatti, oggi è un ente riconosciuto dal Cip lo si deve – andando a ritroso – alla geniale intuizione che nei primi anni duemila spinse Fausto Capellini, insegnante di educazione fisica all’istituto Virgilio di Cremona, e Antonio Bodini ad inventarsi una disciplina completamente nuova e capace di permettere l’inclusione di persone disabili e normodotate in comuni attività di gioco.

Si chiama “baskin”, è molto simile al basket, ma basket non è. Le squadre sono miste, e diverse sono le abilità, il sesso, l’età, la preparazione atletica. Tutto si regge su un sofisticato sistema di regole, pesi e contrappesi che riequilibrano le forze in campo e, soprattutto, lasciano libero sfogo al divertimento e alla competizione. La disciplina si diffonde, muta e si affina. Alcune società sportive locali inseriscono nel loro bouquet anche il baskin, e nel 2006 nasce l’associazione Baskin Cremona onlus. La sponda è quella della attuale sede cremonese di Csv Lombardia Sud, tramite la quale la nuova associazione realizza anche il proprio sito web, ancora oggi utilizzato.

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