È stato ragionando sull’immensa fortuna di essere italiani, sulla nostra storia millenaria e sul grande patrimonio, spesso negletto, che questa storia ci ha consegnato, che nel 2015 – grazie all’impulso decisivo di Maurizio di Robilant – abbiamo fondato Italia Patria della Bellezza.
Con il supporto di Prometeia, l’istituto di ricerca macroeconomico, abbiamo indagato la dimensione complessiva del fenomeno: la bellezza dell’arte ma anche quella del produrre e del fare, dal paesaggio alle tecnologie. Questo lavoro di ricerca ci ha confermato nella nostra direzione di marcia: creare nei cittadini e nelle istituzioni la consapevolezza che nella bellezza risiedono la nostra identità e, quindi, la nostra grande opportunità per competere a livello globale.

Nel 2020 la Fondazione ha deciso di sviluppare un nuovo corso, meno legato allo studio e alla ricerca, e più motivato dalla concretezza di obiettivi tangibili, sostenendo l’enorme lavoro che le associazioni di cittadini attivi stanno sviluppando nel Paese per far emergere e far crescere la bellezza che ci circonda.
Il nostro programma di finanziamento e supporto al libero agire di gruppi di cittadini si è focalizzato su quel che sappiamo far meglio: la comunicazione. Da qui i premi in denaro e premi di sostegno e consulenza forniti da Robilant spa e da altre importanti agenzie milanesi che ci hanno, nel frattempo, generosamente affiancato.

Nel 2021 hanno risposto al nostro bando più di 70 enti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, nel 2022 le candidature sono raddoppiate e siamo arrivati a ricevere 140 progetti.
Attraverso il bando la Fondazione svolge un’attività di analisi e selezione dei progetti più meritevoli grazie al lavoro di un Advisory Board, composto da professionisti nei vari settori delle arti e della comunicazione.
Da questo lavoro è nato anche l’Atlante di Bellezza, che può essere consultato per lo studio e l’approfondimento, ma anche per pianificare una gita o una vacanza di prossimità.

Un esempio?
Le isole degli antichi Lazzaretti Veneziani – progetto premiato nel 2020 – in cui sono attivie diverse associazioni per sviluppare una nuova visione della città e della laguna.
Oppure il Museo Gypsoteca Canova, a Possago, che raccoglie i gessi di Canova – che proprio grazie al nostro premio, nel 2021, ha potuto sviluppare un progetto di comunicazione e branding per prepararsi al centenario di quest’anno.
O ancora i Borghi Sibillini, una zona interna delle Marche, bellissima e remota – insieme all’associazione di Comuni locali abbiamo studiato un progetto di sviluppo territoriale e la definizione di una nuova identità visiva.

I premi del bando del 2022 sono andati a realtà straordinarie: Arte Sella; La Rivoluzione delle Seppie, un giovane progetto di animazione di un paese calabro; Post Disaster Rooftops, un progetto di animazione “sui tetti” della città vecchia di Taranto; l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.
In aggiunta, il premio speciale offerto dal Gruppo Montenegro è andato alla Fondazione Cologni per finanziare il progetto “una scuola, un lavoro”; Luxottica ha messo a disposizione gli schermi di Milano, Londra e New York per i progetti ADI Design Museum e Arte Sella; IGPDecaux ha messo a disposizione dei vincitori istituzionali gli spazi su 1000 autobus e tram durante i mesi estivi.
Anche quest’anno la Fondazione ha chiamato a raccolta le agenzie di comunicazione milanesi: la risposta entusiasta di alcune realtà tra le più capaci e strategiche ha permesso di selezionare ulteriori progetti – 19 in tutto – per un supporto e un accompagnamento mirati, raggiungendo l’obiettivo di dare voce a quante più realtà culturali meritevoli di sostegno.

Ciò che ci rende più orgogliosi è la costruzione di una rete di sostegno tra profeti che attraverso il nostro lavoro hanno cominciato a conoscersi e, perché no, a ispirarsi a vicenda.
Questo enorme capitale pubblico e privato accumulato nel nostro, come in altri Paesi, costituisce una forza incredibile: è in grado di contrastare, se ben alimentato, le pulsioni sempre presenti nell’animo umano, alla guerra e alla distruzione.

Bisogna, però, imparare a pensare al buono e al bello come valori non estetici/estatici ma materiali e quotidiani, formativi e produttivi. Occorre, per fare bene, lavorare gentilmente, ma fermamente sulle circostanze.
È un compito che ciascuno di noi, senza sforzo eccessivo, può accogliere, diventando “il curatore di un piccolo personale orto o giardino”, come disse una volta Barak Obama, intervistato da Fabio Fazio. Provando a risolvere mali e problemi non con la violenza, che oggi sembra perdurare, ma con la cura, l’educazione, la bellezza.

A cura di Giovanni Lanzone, Segretario Generale e Consigliere Fondazione Italia Patria della Bellezza