C’è bisogno di «creatività» in questo momento segnato dalla pandemia da coronavirus: lo ha ribadito Papa Francesco indicando l’esempio degli artisti, nella messa mattutina a Casa Santa Marta e pregando che Dio dia «a tutti la grazia della creatività».

La «creatività» per trovare soluzioni alla inedita situazione pandemica è stata frequentemente invocata dal Papa in queste settimane. Il 15 marzo, all’Angelus, Francesco aveva ricordato l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, «da solo sul tetto del Duomo a pregare la Madonna», per elogiare «la creatività dei sacerdoti», in particolare in Lombardia. Durante il momento straordinario di preghiera, rimasto impresso nell’immaginario collettivo per le immagini del Papa solitario in una piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, era tornato a usare questo termine con una nuova declinazione: «Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, e di solidarietà». Un significato valido anche per le famiglie, come ha spiegato nel videomessaggio trasmesso dalle televisioni italiane all’approssimarsi della Settimana santa: «Anche se siamo isolati, il pensiero e lo spirito possono andare lontano con la creatività dell’amore. Questo ci vuole oggi: la creatività dell’amore». E poi, ancora, in una conversazione con il giornalista britannico Austen Iverigh, tradotta in italiano su Civiltà cattolica: «Sto vivendo questo momento con molta incertezza. È un momento di molta inventiva, di creatività», aveva detto il Papa, che a proposito dell’assenza di messe aveva spiegato: «Dobbiamo affrontare il restare a casa con tutta la nostra creatività. O ci deprimiamo, o ci alieniamo – per esempio, con mezzi di comunicazione che possono condurci a realtà di evasione dal momento presente –, oppure creiamo. In casa abbiamo bisogno di creatività apostolica, creatività purificata da tante cose inutili, ma con nostalgia di esprimere la fede in comunità e come popolo di Dio».

E oggi, in introduzione della consueta messa con presenza minima di fedeli e in diretta streaming su Vatican News, il Papa è tornato a invocare la creatività. «Preghiamo oggi per gli artisti, che hanno questa capacità di creatività molto grande e per la strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore ci dia a tutti la grazia della creatività in questo momento», ha detto Jorge Mario Bergoglio. «La gente che aveva ascoltato Gesù durante tutta la giornata, e poi ha avuto questa grazia della moltiplicazione dei pani e ha visto il potere di Gesù, voleva farlo re», ha raccontato il Papa. «Sono rimasti tutta la giornata ascoltando Gesù senza annoiarsi, senza stancarsi o (essere) stanchi, ma erano lì, felici. Ma poi quando hanno visto che Gesù gli dava da mangiare, cosa che loro non aspettavano, hanno pensato: “Ma questo sarebbe un buon governante per noi e sicuramente sarà capace di liberarci dal potere dei Romani e portare il Paese avanti”. E si sono entusiasmati per farlo re». Ma «avevano dimenticato in quel momento l’entusiasmo che la parola di Gesù faceva nascere nei loro cuori». Gesù per questo «corregge l’atteggiamento delle persone, della folla, perché a metà cammino si era un po’ allontanato dal primo momento, dalla prima consolazione spirituale e aveva preso una strada che non era giusta, una strada più mondana che evangelica». Nella vita, ha chiosato Bergoglio, «succede che ci allontaniamo e cerchiamo altri valori, altre ermeneutiche, altre cose, e perdiamo la freschezza della prima chiamata». Va fatta, per questo, «memoria del primo incontro, la memoria della “mia Galilea”, quando il Signore mi guardò con amore e mi ha detto: “Seguimi”».