Venticinque giovani, con esperienze, saperi e competenze differenti, riuniti attorno ad una proposta: comprendere come mettere in gioco sé stessi, i loro talenti e la loro visione del mondo per riacquisire uno spazio nella società e migliorare la comunità di cui sono parte.
Si sono incontrati per la prima volta il 21 maggio – in occasione dell’evento “50xcento” al Centro Giovanile Don Bosco di La Spezia – e grazie all’utilizzo di linguaggi e registri diversi, dalla musica alla danza, dalla riflessione alla costruzione, hanno iniziato ad allacciare quei legami che saranno fondamentali, da settembre in avanti, per lavorare insieme.
Il “50xcento” infatti – iniziativa ideata dall’Alleanza per la Generatività Sociale e da On! – Trasformazioni Generative, che si rivolge ai giovani in luoghi diversi del Paese in nome della convinzione che lo sviluppo sostenibile di un territorio dipenda dalla capacità contributiva delle persone e delle organizzazioni che lo abitano – ha aperto a La Spezia un nuovo percorso per attivatori di comunità nel quale viene chiesto ai giovani coinvolti di ridefinirne i confini e di pensare a nuovi modi di animarla e ri-generarla.
L’iniziativa si inserisce all’interno di una collaborazione pluriennale tra il centro di ricerca ARC dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, On! – Trasformazioni Generative e le ACLI provinciali di La Spezia intorno alla Generatività Sociale, intesa quale paradigma per ripensare l’idea di sviluppo di persone, comunità, territori e istituzioni.
“Esiste una rilevante questione – ha commentato Francesco Passalacqua, Presidente provinciale ACLI La Spezia e gatekeeper di 50xcento La Spezia – che attraversa ogni realtà associativa ed istituzionale: trasmettere e consegnare la propria storia ad una nuova generazione senza predefinire l’orizzonte, ma al contrario accompagnando la possibilità di una creativa, libera e del tutto inedita sua rielaborazione”.
Punto di partenza di questo primo incontro dell’edizione spezzina del “50xcento” è stato il verbo-base della Generatività Sociale: “desiderare”. Provando a formulare un’idea precisa di come vorrebbero fosse la loro città, i giovani hanno costruito un plastico di La Spezia, arricchendola di percorsi e luoghi di incontro, confronto e scambio, nei quali sia possibile il nascere e il crescere di legami.
Accanto a quello della spazialità, è emerso il tema dell’intergenerazionalità, intesa come l’importanza di uno scambio dei saperi tradizionali tra le diverse generazioni. Al centro di tutto, la dimensione emotiva, conditio sine qua non per indagare il proprio sè e porsi in ascolto dell’altro.
La sfida è doppia: da un lato attivare e dar voce ai giovani del territorio, dall’altro incoraggiarli a diventare attivatori di comunità, facendosi ambasciatori di un nuovo protagonismo tra i loro coetanei.
Il primo seme è stato gettato; bisognerà prendersene cura lungo tutto il percorso, a partire dal prossimo settembre.