Case del Quartiere e delle associazioni, portinerie di comunità e mercati di quartiere, community hub: cosa hanno in comune questi spazi?
Sono tutti luoghi di comunità, nati per rispondere ai nuovi bisogni sociali (solitudine, care family, isolamento emotivo) e all’inadeguatezza dell’attuale Welfare State, attraverso un processo bottom-up. Sono tutti esempi di una nuova forma di welfare, che definiamo comunitaria perché costruita da cittadini che si attivano e collaborano per trovare soluzioni alternative a bisogni vecchi e nuovi.
Questi spazi ibridi, che costellano il nostro Paese da nord a sud, necessitano di nuove competenze e di professioni ibride, come community manager, lab maker, fundraiser di comunità o community maker. Non sempre però è semplice capire quale debba essere il profilo di queste professionalità che dovrebbero dosare conoscenze manageriali e competenze trasversali.
È in questo scenario che si inserisce la Scuola delle Cascine Aperte, il primo percorso formativo costruito specificatamente per professionisti e imprenditori di luoghi di comunità, siano essi profit o no profit.
L’offerta formativa è ricca e articolata: 6 moduli tematici, acquistabili singolarmente, e un incontro introduttivo gratuito per tutti gli iscritti alla Scuola: “Empowerment comunitario: cosa è (e perché serve)”. Tutti i corsi si svolgeranno in presenza in Cascina Cuccagna tra aprile e giugno 2022.
La sfida di questa proposta formativa è tutta contenuta all’interno del suo payoff: “la comunità è un’impresa”. E’ questa la certezza che accomuna i cinque enti promotori dell’iniziativa, tre Cascine milanesi (Cascina Cuccagna, Cascinet e Cascina Monluè), che ogni giorno lavorano per ricucire il tessuto sociale territoriale, e due imprese sociali (On! srl Impresa Sociale e Itinerari Paralleli), impegnate quotidianamente in progetti di rafforzamento comunitario.
Uniti dalla convinzione che il protagonismo delle comunità sia la strada più coerente ed efficace per affrontare le sfide del nostro tempo, hanno dato vita ad una Scuola in cui ad insegnare saranno proprio i professionisti che lavorano per e con le comunità. La Scuola vuole infatti essere uno spazio di scambio in cui valorizzare le esperienze già avviate, discutere le esperienze fallimentari e mettere a sistema le best practice, in un’ottica di empowerment comunitario.
I luoghi di comunità sono d’altronde gli spazi per eccellenza in cui favorire la partecipazione della comunità, abilitandola e innescando trasformazioni sociali. Per questo motivo l’obiettivo della Scuola è fornire “la cassetta degli attrezzi essenziali” per l’empowerment comunitario, proponendo competenze tecniche, esempi e relazioni indispensabili per la crescita sostenibile dei luoghi di comunità.