Design e sostenibilità: l’eccellenza del materiale non è sufficiente a fare il successo della bottiglia. Ci vuole un tocco di italianità. Così ci si concentra sul design. Le linee sono essenziali, pulite, i colori vivaci seguono i trend della moda.
DESIGN24 presenta oggi più linee di prodotto: le Thermo Bottle in acciaio per le comunità (il successo maggiore è con le scuole in Italia e all’estero) e per le attività sportive; i Porta Bottiglia in velcron e pelle da allacciare al telaio della bicicletta per portare una buona bottiglia di vino alle cena con gli amici; i Dispencer Bottle per gestire gli alimenti domestici (olio, aceto, vino, the, latte, etc.), sempre di acciaio ma con tappi colorati: un oggetto d’arredo “furbo” – il che non guasta – perché molto “Ikea style”.
La definizione del cliente ideale – il cittadino attento alla qualità della vita e all’ambiente, che si muove in bicicletta, va in palestra, vive in modo dinamico la città – porta 24Bottles a sviluppare tutta una serie di accessori che vanno a rinforzare pratiche sostenibili.
Oggi l’azienda fattura per l’80% all’estero. Il mercato italiano deve ancora crescere sul tema della sostenibilità. Ma Matteo e Giovanni credono nel prodotto e non temono di investire sul lungo periodo.
Da qui nasce l’impegno con le scuole. Alle scolaresche vengono regalate le urban bottle simpatiche, vivaci, leggere, colorate, spesso sponsorizzate da imprese o attività commerciali locali, mentre nella scuola si installa un erogatore con l’acqua pubblica. Tutti ci guadagnano e si educano le nuove generazioni.
Dice Melotti: «Siamo una famiglia in espansione, ci teniamo a stringere dei legami veri, forti, sinergici. Abbiamo applicato il metodo del “sbagliando si impara”: si parte con un’idea, si prova a svilupparla, si comprende se ci sono elementi su cui lavorare, si procede per tentativi per giungere a dare una forma sempre migliore del progetto iniziale, senza paura di mettersi in gioco, di sbagliare, appunto, continuando però a riprovarci. E’ in questo modo che, alla fine, il prodotto risulta anche migliore di come l’avevi immaginato! Teniamo tantissimo al design, è ciò che ci caratterizza. Sin da subito abbiamo proceduto con l’idea di dare vita a qualcosa di bello, una bottiglia che diventasse un accessorio di moda, da abbinare con l’outfit del giorno, da sfoggiare come fosse un “gioiello di design”.»
Non solo, c’è anche il progetto sociale “Ri-empimi” ideato per conto di Adriatica Acque e realizzato con le scuole primarie di Ravenna: «Abbiamo fornito ai bambini le nostre bottigliette e poi sono stati installati nelle scuole degli erogatori di acqua di rete; così gli scolari potevano bere l’acqua filtrata meccanicamente e a costo zero durante le lezioni. Si è trattato di un progetto pilota di grande successo, che ci auguriamo di replicare anche a Bologna, la nostra città, e via via in qualunque città italiana. Abbiamo voglia di sperimentare questa metodologia di educazione alla sostenibilità e al consumo critico.»
L’azienda nel frattempo cresce grazie all’export: da poco più di un anno, i prodotti 24Bottles sono venduti in oltre 16 paesi in tutto il mondo: «Questo successo è senza dubbio frutto della rete, il web è il nostro principale mezzo di “diffusione”: ci facciamo conoscere, ci teniamo in contatto con i clienti, vendiamo attraverso il nostro e-commerce.»
I concetti-chiave di questa esperienza sono: sensibilità e innovazione sociale; distacco da jobs banali e noiosi; voglia di inventare, apprendere, essere tenaci e senso di gruppo; il web come eco-sistema, l’opportunità migliore per cercare, ascoltare e fidelizzare clienti in Italia e all’estero.
24bottles è puro manifatturiero ma non è più “economia fordista”: dà l’idea di un campus dove, in modi e tempi necessari, si inventano oggetti e lavoro per dare senso al rapporto con gli altri.
L’estate scorsa Matteo e Giovanni hanno provato a sbarcare in Riviera, con l’idea di ridurre il consumo di bottiglie di plastica che d’estate soprattutto causa un notevole impattato ambientale, sia rispetto ai consumi, che alla logistica e al ritiro dei rifiuti. Alcuni centri balneari hanno messo un erogatore a gettoniera (così i bagnini hanno il loro ritorno) mentre le bottiglie con il nome del bagno diventano un simpatico gadget. E’ un successo.