Atelier dell’Errore | Ceci n’est pas un erreur. Ovvero, l’Atelier dell’Errore non è un errore
Uno spazio dove lo sbaglio ha valore: Atelier dell'Errore è un valido complemento all'attività clinica della Neuropsichiatria Infantile e anche un’opera d'arte relazionale.
L’Atelier dell’Errore è un laboratorio di arti visive ideato da Luca Santiago Mora dedicato ai ragazzi di neuropsichiatria infantile. Da alcuni anni, nelle sue sedi di Reggio Emilia e di Bergamo, Luca accompagna i ragazzi a narrare se stessi e il proprio mondo nascosto. Ne è nato un percorso di grande valore relazionale, clinico ed espressivo che si sta conquistando un proprio spazio nel mondo dell’arte.
Da dove nasce l'idea
Come anticipa il nome stesso, l’Atelier dell’Errore nasce da una strana concomitanza di “errori” che diventa difficile definire semplice coincidenza. Tre errori fanno una prova.
Il primo è l’arrivo di Luca Santiago Mora nel 2002 nel laboratorio di attività artistiche del servizio di neuropsichiatria infantile dell’AUSL di Reggio Emilia. La conduttrice, collega e amica di Luca, gli affida quest’ultimo per recarsi in Spagna a frequentare un corso di perfezionamento. Luca è un visual artist. Ha tutt’altra formazione. Ma la cosa sembra temporanea, una breve parentesi. Così Luca accetta, seppur titubante, non avendo grandi cognizioni di causa sia in merito alle complesse patologie di cui sono portatori i ragazzi che incrocia nel laboratorio, sia rispetto al lato più squisitamente tecnico, essendo lui specialista di fotografia. I responsabili del servizio gli lasciano però carta bianca e quello spazio vuoto consente a Luca di seguire un’intuizione. La collega non tornerà più in Italia e Luca deciderà responsabilmente di continuare con i suoi compagni di viaggio questa impegnativa ma bellissima avventura.
Il secondo errore sono gli stessi ragazzi che abitano l’Atelier. Inviati dalla neuropsichiatria infantile – di Reggio Emilia, prima, e poi, nel 2013, anche di Bergamo, città natale di Luca, dove, in collaborazione con i responsabili del servizio neuropsichiatrico infantile dell’Ospedale Giovanni XXIII viene aperto un secondo spazio artistico - questi ragazzi non sanno disegnare. O, meglio, non ci riescono. E’ tutto un errore il loro essere lì, in un atelier artistico. Loro stessi sono – si avvertono – “un errore” ed è per questo che si ritrovano spesso ai margini della vita “vera”, quella dura, della scuola e dei pari.
Il terzo errore è quello che accade quasi sempre quando si disegna. Capita che la matita inciampi, che il tratto incominci a seguire geometrie tutte sue. Errori che si vorrebbero cancellare con un rewind della gomma. Ma in Atelier cancellare non si può, non è permesso. Le regole sono ferree e valgono qui come nella vita: si può solo andare avanti, al massimo, si può correggere il tiro. Il consiglio è di provare a guardare le cose da un’altra prospettiva, con altri occhi. Forse così si possono trovare strade nuove, forme mai disegnate, animali non ancora creati, nomi non ancora narrati. È lo sguardo dell’artista.