Un territorio aperto ma protetto attorno al quale fare squadra. Quando la marginalità può diventare tipicità.
Arrivano le prime scolaresche. Qualcosa incomincia a muoversi. Intanto Lupia e compagni disegnano i primi percorsi turistici, nominano i primi sentieri, catalogano rarità botaniche e faunistiche, si spendono nel diffondere nella comunità locale un nuovo immaginario del territorio. Ma non è facile far vedere un canyon laddove si è sempre visto un burrone potenzialmente destinato a discarica.
Il salto di prospettiva è grande e non è immediatamente accolto da una comunità locale che non si è mai autorizzata a sognare.
Cresce, invece, il riconoscimento esterno con l’arrivo sempre più numeroso dei turisti. A questo punto diventa necessario adottare un governo del fenomeno e del territorio, darsi una forma che consenta di custodire e insieme innovare, avviando uno sviluppo lungimirante, sostenibile e dai benefici condivisi.
Da qui la scelta di Carmine di entrare in politica. “Ho capito che senza politica non si poteva andare da nessuna parte. Lo dico nel senso più nobile del termine…” – racconta.Divenuto assessore di maggioranza nel comune di Sersale, il paese su cui maggiormente insiste l’area, e poi presidente della comunità Montana, Lupia porta avanti con determinazione il progetto di trasformare Valli Cupe in “area protetta”.
La scelta è consapevole: si preferisce un format snello, non burocratizzato e leggero anche dal punto di vista delle risorse di struttura. Nessun costo, nessun consiglio di amministrazione – come previsto, invece, nella formula del “parco” – solo un direttore, ma la stessa protezione a livello giuridico e la possibilità di accedere ai finanziamenti pubblici di un ente parco.
L’operazione non è scevra di resistenze in una terra in cui è facile veder prevalere attorno ad ogni tentativo di innovazione vecchie logiche di spartizione di potere e di redistribuzione di favori per la generazione del consenso. Tuttavia, il processo, trasparente, segue l’iter istituzionale e sorprendentemente, nel 2016, Valli Cupe viene formalmente riconosciuta “area protetta”.
Nel nuovo ruolo di direttore dell’area, Carmine avvia una serie di importanti interventi che incominciano a dare frutto, sia sul fronte della promozione turistica, sia rispetto alla legittimazione locale: la messa a punto dalla sentieristica, ideata per valorizzare le peculiarità locali (alberi secolari, resti di antichi monasteri, cascate, canyon); la costruzione di una rete museale attorno alla quale cresce il numero di giovani formati per diventare guide locali; lo sviluppo della rete di servizi turistici; le infrastrutture per l’accesso all’area.
Il capitale relazionale di Carmine fa da importante ponte con i media nazionali e internazionali – dalla Rai alla BCC – che si accorgono dell’area e la promuovono.
I visitatori aumentano, anche per la capacità dell’ente, che continua a collaborare con la cooperativa Segreti mediterranei, a connettersi con il sistema turistico calabrese; cresce anche il numero dei ristoranti e dei posti letto; i giovani incominciano ad intravedere nuove possibilità di restare; la comunità inizia a riconoscersi nel marchio Valli Cupe.
Il processo avanza, ma resta sempre fragile e va continuamente difeso. Un momento di particolare criticità è, nel 2017, il tentativo della Regione Calabria di imporre dall’alto le sue logiche e le sue relazioni politiche. Grazie alla decisa mobilitazione esterna – con l’intervento dei media nazionali (si veda Gian Antonio Stella su Il Corriere ) – e locale. E’ subito chiaro che la strada avviata – che sta portando con sé i primi benefici economici – è esempio di un nuovo modo di fare sviluppo.
La sostenibilità di Valli Cupe è oggi legata alla sua possibilità di diventare un sogno condiviso da molti. A contare saranno la possibilità di far crescere una diffusa e sempre più competente capacità di intrapresa, soprattutto dei giovani; dalla tenuta di un’idea di sviluppo locale libera dalle zavorre del passato per affermare modelli bottom up, non gerarchici, aperti, interconnessi; dalla connessione crescente tra il locale della Calabria e il globale (interessante è il progetto europeo di scambio tra giovani europei e giovani di Sersale appena avviato da Valli Cupe).