SocialFare

Un centro per l’innovazione sociale

SocialFare è il primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia. Si trova a Torino, in via Maria Vittoria 38. È una S.r.l. che ha come obiettivo la diffusione dell'imprenditorialità sociale, dell'impatto sociale e allo stesso tempo ha la funzione di favorire la nascita e l’accelerazione di nuove imprese.

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SocialFare SRL

Impresa

Torino

www.socialfare.org

SocialFare | Un centro per l’innovazione sociale

L’approccio di SocialFare si qualifica come “convergente”: intento del centro è quello di intercettare, mobilitare, raccogliere e far dialogare realtà che, nella loro diversità, si sentono interpellate dagli stessi bisogni e dalle medesime domande sociali.

Il centro nasce nel solco della grande tradizione dei Giuseppini del Murialdo e della disponibilità della congregazione a lasciarsi interpellare dai bisogni sociali sempre nuovi, soprattutto quelli provenienti dalle nuove generazioni.

Da dove nasce l'idea

Nel corso dei decenni il pensiero e l’azione dei Giuseppini del Murialdo si sono snodati lungo quattro direttrici di attenzione, le 4 A - Accoglienza, Accompagnamento, Ambiente e Autonomia – che la crisi del 2008 mette a dura prova.

La congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) nasce nel 1873 per opera di San Leonardo Murialdo, sacerdote torinese impegnato nell’accompagnamento alla crescita umana, cristiana e professionale dei giovani, con una predilezione per i più poveri ed emarginati. Il lavoro, in particolare, diventa il locus in cui generare inclusione e dignità, promuovere la persona e migliorare l’intera società.
La città di Torino, colpita pesantemente da una recessione che ne sconvolge il tessuto socio-economico, domanda con urgenza nuovi modelli, linguaggi, forme organizzative e soprattutto nuove soluzioni, più efficaci e sostenibili. La crisi si rivela così anche crisi del welfare tradizionale. Non solo le risorse a disposizione dell’amministrazione pubblica si sono drasticamente ridotte ma quella stessa azione risulta sempre meno incisiva e risolutiva. L’amplificarsi dei bisogni sociali e l’aumento della domanda di lavoro e di inclusione che tocca trasversalmente giovani e meno giovani spinge i Murialdini ad avviare una profonda riflessione interna.
Tre sono le questioni che interpellano: la sostenibilità economica degli interventi; l’adeguatezza e l’efficacia della loro proposta formativa rispetto alle mutate necessità del mercato del lavoro; l’aumento della complessità delle situazioni che porta ad un crescente abbandono della presa in carico da parte istituzionale, nel quadro di una gestione sempre meno sostenibile tra spesa sociale e beneficio collettivo.
La congregazione si trova ad affrontare un pesantissimo dilemma: da un lato, sopravvivere per alcuni anni ancora, “raschiando il fondo del barile” per auto-mantenersi ma spostando, inevitabilmente, le finalità originarie dell’intervento dai ragazzi e dai loro bisogni, oppure tentare nuove strade.

Coraggiosamente prende avvio il percorso che porterà alla nascita di SocialFare.

“Le sfide sono quelle di creare sostenibilità, di far crescere le start up in modo che l'impatto sociale possa diventare veramente evidenza di crescita economica, di sviluppo economico… solo lì, solo in quel modo, noi potremmo dire di aver fatto veramente un passo avanti.”

Laura Orestano, Amministratore delegato di SocialFare

La Storia

L’economia e il sociale vanno ripensate a partire da nuove relazioni, legami e convergenze. Solo grazie ad una nuova alleanza sarà possibile innovare, generare prosperità economica e coesione sociale. Dall’alto non arriverà un nuovo welfare. E’ tempo di rifondarlo dal basso, in modo partecipato e interdisciplinare, ciascuno per le proprie competenze.

Come già nell’Ottocento, la città di Torino ferita dalla drammaticità della crisi non resta a guardare e diventa un laboratorio per nuove sperimentazioni sociali, con un interessante riavvicinamento tra imprenditoria e mondi del no profit. Se quest’ultimo intuisce la necessità di farsi intraprenditore del nuovo, anche alla luce della riduzione dell’intervento istituzionale, l’impresa, alla ricerca di nuove direzioni per sopravvivere e prosperare, appare più porosa agli stimoli del sociale e delle sue domande.

Raccolta la sfida, i Giuseppini del Murialdo provano a riattualizzare il loro DNA, con un interessante passo in avanti: superare il tradizionale ruolo di “erogatori di servizi” per assumere quello, ben più implicante, di “generatori di valore” attraverso una nuova imprenditività, un nuovo fare. 

Don Danilo Magni si propone quale interprete del cambiamento. Mentre si sperimentano nuovi interventi interni all’organizzazione che rende disponibile a questa nuova messa in forma, si l’allestiscono, all’esterno, nuovi spazi comuni, porosi, transdisciplinari. Intorno a lui, un pool di persone dai profili professionali elevati.

Il paradigma che più appare coerente con il carisma e la storia dei Murialdini è quello della Social Innovation, divenuta l’anima delle politiche dell’Unione Europea.

Il confronto è subito di alto livello: SocialFare si propone quale catalizzatore di risorse e generatore di contenuti sul territorio locale e nazionale grazie anche all’apertura al confronto e alla collaborazione livello internazionale.

Obiettivo primo del centro è la co-creazione di servizi per la comunità. Andando a rispondere in modo innovativo, efficace efficiente e sostenibile a bisogni sociali nuovi o che richiedono nuove risposte, si contribuisce all’emersione di nuove forme imprenditoriali. 

Queste ultime trovano un habitat particolarmente propizio: SocialFare, attraverso l’acceleratore di conoscenza e di impresa Rinascimenti Sociali, si preoccupa infatti di accompagnare e consolidare il progetto. A ciò contribuisce un preciso eco-sistema costruito pazientemente da SocialFare, al quale partecipano soggetti profit e non profit, imprenditori, artisti, operatori e volontari rappresentativi di settori eterogenei che vanno dal sistema finanziario alla tecnologia, dalla formazione all’artigianato. Grazie ad un approccio sistemico si modella un ambiente particolarmente favorevole all’innovazione e all’imprenditività.

Gli aspetti generativi

SocialFare è un luogo fisico dove si incontrano persone che hanno voglia di intraprendere e innovare. Più ampiamente, però, è anche un simbolo di un cambio di paradigma del fare sociale.

La visione individuale si traduce in immaginario collettivo da cui prendono avvio azioni concertate, generative di valore multistakeholder: dai giovani imprenditori, ai soggetti che costituiscono la rete di supporto, alla comunità beneficiaria del nuovo servizio. In questo processo, centrale è la dimensione dell’impatto. Ciò che si persegue è un cambiamento reale e non effimero. Da qui l’attenzione al testing, alla ricerca, all’open data, al social design.
Attraversato da tre movimenti – ingaggio, educazione e intrapresa – SocialFare racconta di una nuova, promettente convergenza tra fare economico e fare sociale.

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