SocialFare | Un centro per l’innovazione sociale
L’approccio di SocialFare si qualifica come “convergente”: intento del centro è quello di intercettare, mobilitare, raccogliere e far dialogare realtà che, nella loro diversità, si sentono interpellate dagli stessi bisogni e dalle medesime domande sociali.
Il centro nasce nel solco della grande tradizione dei Giuseppini del Murialdo e della disponibilità della congregazione a lasciarsi interpellare dai bisogni sociali sempre nuovi, soprattutto quelli provenienti dalle nuove generazioni.
Da dove nasce l'idea
Nel corso dei decenni il pensiero e l’azione dei Giuseppini del Murialdo si sono snodati lungo quattro direttrici di attenzione, le 4 A - Accoglienza, Accompagnamento, Ambiente e Autonomia – che la crisi del 2008 mette a dura prova.
La congregazione di San Giuseppe (Giuseppini del Murialdo) nasce nel 1873 per opera di San Leonardo Murialdo, sacerdote torinese impegnato nell’accompagnamento alla crescita umana, cristiana e professionale dei giovani, con una predilezione per i più poveri ed emarginati. Il lavoro, in particolare, diventa il locus in cui generare inclusione e dignità, promuovere la persona e migliorare l’intera società.
La città di Torino, colpita pesantemente da una recessione che ne sconvolge il tessuto socio-economico, domanda con urgenza nuovi modelli, linguaggi, forme organizzative e soprattutto nuove soluzioni, più efficaci e sostenibili. La crisi si rivela così anche crisi del welfare tradizionale. Non solo le risorse a disposizione dell’amministrazione pubblica si sono drasticamente ridotte ma quella stessa azione risulta sempre meno incisiva e risolutiva. L’amplificarsi dei bisogni sociali e l’aumento della domanda di lavoro e di inclusione che tocca trasversalmente giovani e meno giovani spinge i Murialdini ad avviare una profonda riflessione interna.
Tre sono le questioni che interpellano: la sostenibilità economica degli interventi; l’adeguatezza e l’efficacia della loro proposta formativa rispetto alle mutate necessità del mercato del lavoro; l’aumento della complessità delle situazioni che porta ad un crescente abbandono della presa in carico da parte istituzionale, nel quadro di una gestione sempre meno sostenibile tra spesa sociale e beneficio collettivo.
La congregazione si trova ad affrontare un pesantissimo dilemma: da un lato, sopravvivere per alcuni anni ancora, “raschiando il fondo del barile” per auto-mantenersi ma spostando, inevitabilmente, le finalità originarie dell’intervento dai ragazzi e dai loro bisogni, oppure tentare nuove strade.
Coraggiosamente prende avvio il percorso che porterà alla nascita di SocialFare.