Acli Lombardia

Progetto Piazza Capuana-Spazio Agorà

Il Progetto “Piazza Capuana - Spazio Agorà” è un’iniziativa avviata nel quartiere Quarto Oggiaro, a Milano, da Acli Lombardia, insieme alle associazioni Civitas e Con Voi Onlus, in co-progettazione con il Comune di Milano.

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Milano

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Acli Lombardia | Progetto Piazza Capuana-Spazio Agorà

Un innovativo progetto di coesione sociale e servizio alla cittadinanza per promuovere partecipazione attiva e azioni di solidarietà, servizio e mutuo aiuto.

Obiettivo del progetto non è solamente quello di erogare condizioni di migliore benessere, di minore pericolosità, di maggiore coesione sociale tra i cittadini che risiedono, vivono, attraversano piazza Capuana, ma “accanto a questo" lavorare contestualmente per il loro coinvolgimento attivo: il progetto conseguirà a pieno tutti i suoi obiettivi solo quando, attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, metterà in campo attività di supporto organizzativo, di volontariato. Solo in questo modo le persone arriveranno a “sentire proprio” lo spazio della piazza, segnalandone eventuali violazioni, atti vandalici, partecipando attivamente alla costruzione ed al mantenimento della gradevolezza e dell’ordine degli ambienti interni ed esterni.

Da dove nasce l'idea

Quarto Oggiaro è una tipica periferia metropolitana. Non troppo lontana geograficamente dal centro, essa è tuttavia marginale a livello economico, sociale e culturale.

Il posizionamento decentrato sulla mappa urbana e la sua stessa struttura urbanistica a carattere popolare la escludono dalla dinamicità del capoluogo lombardo e dai flussi della ricchezza globale che vi transitano.

“La presenza di diverse criticità in questo quartiere a livello economico, sociale, culturale ha portato l’attenzione di vari enti e istituzioni a partire dalla Comunità Europea e Regione Lombardia. Questo ha fatto in modo che le associazioni e i cittadini stessi crescessero nella co-partecipazione e nella co-progettazione di progetti necessari e utili per il territorio.”

Daniele Pecorelli, presidente Circolo Acli Quarto Oggiaro

La Storia

Il quartiere, nonostante alcune importanti criticità (elevati tassi di disoccupazione e di abbandono scolastico, incremento della popolazione anziana che vive sola, aumento del numero delle famiglie immigrate, presenza della criminalità organizzata, etc), non manca di significative risorse sulle quali i promotori del progetto hanno con grande sensibilità ed intelligenza investito.

Primo, un profondo radicamento al quartiere da parte dei suoi abitanti che, dagli anni 60 in poi, vi si sono insediati senza il turn over conosciuto da altre aree cittadine. Secondo, un forte desiderio di socialità e di partecipazione che colloca inaspettatamente questo quartiere in cima alla lista delle aree milanesi maggiormente attive a livello di associazionismo. Terzo, un’acquisita capacità progettuale coltivata pazientemente in anni recenti grazie all’esperienza dei progetti Urban II Milano e “Spazi di Relazione per lo sviluppo locale”, finanziato da Regione Lombardia, che ha visto attivi, accanto alle ACLI, numerosi soggetti organizzati del quartiere.

Siamo nel 2008 e mentre si vanno chiudendo gli interventi sopra citati, gli enti che si sono spesi a fianco della popolazione intuiscono che occorra in qualche modo restare nel quartiere e continuare un lavoro che si è rivelato solo in prima battuta essere di ascolto e di accompagnamento individuale, ma che, nella sostanza, è una paziente tessitura di socialità, integrazione e coesione sociale.

Metafora della fragilità del quartiere è il progressivo degrado della piazzetta Capuana, un tempo luogo di ritrovo anche grazie ai numerosi negozi aperti e allo sportello dell’ASL. Chiusi la maggior parte degli esercizi commerciali, smantellata la presenza istituzionale, la piazza diventa facilmente spazio respingente e pauroso, luogo di spaccio e di avvio alla devianza.

Nasce così l’idea del progetto AGORA’. Il mondo associativo, richiamata l’istituzione cittadina, mette in campo un nuovo percorso di riqualificazione sociale attraverso un recupero urbano, quello della piazzetta Capuana.

Il Comune di Milano e la neonata Associazione temporanea di scopo guidata da Acli Lombardia con Associazione Con Voi e l’Associazione Civitas riaprono gli spazi un tempo gestiti dall’ASL e lo trasformano in un punto di riferimento per il quartiere. 

Qui, nonostante il mantenimento di un’offerta di servizi (di cui le popolazioni più fragili del quartiere fanno quotidianamente richiesta), il baricentro è chiaramente posto sulla costruzione di relazioni. Gli operatori e i volontari ascoltano e disegnano un accompagnamento individualizzato che generi benessere a tre livelli: la risposta concreta al bisogno dichiarato, la risposta relazione a bisogni spesso nascosti, l’integrazione della persona stessa dentro al più ampio tessuto del quartiere.

Accanto al segretariato sociale, al servizio di accompagnamento per gli anziani e di prevenzione alla devianza, allo sportello educativo per i ragazzi, alla mediazione familiare e legale, al supporto pedagogico per le famiglie fragili, al Gruppo di Acquisto e Risparmio familiare, nascono quindi soprattutto relazioni, fiducia, voglia di riscatto. La piazza cambia volto grazie ad un nuovo arredo urbano, divenendo segno di un possibile cambiamento più profondo. Il valore prodotto dal progetto sta forse proprio nella sua ostinazione a voler cambiare uno scenario – la piazzetta Capuana – per rendere possibile nuove traiettorie personali e di quartiere.

Gli aspetti generativi

L’innovazione del progetto e la sua generatività non sono forse da ricercarsi nel cosa è stato messo in campo, ma nel come lo si è fatto.

Per ACLI il progetto ha significato dare vita a nuovi modi di concepire la propria mission, a partire dalla decisione di investire in aree fragili, dove la scelta di stare accanto a quella fragilità diventa occasione preziosa per ridare senso e direzione al proprio essere associazione cattolica e associazione di lavoratori. E’ da questa nuova sintonizzazione con le persone, le famiglie, i gruppi, i loro problemi e le loro risorse che è possibile rigenerare il sociale.