Brandina

Prendere quello che già c’è e valorizzarlo

Brandina è il marchio di una linea di borse e accessori Made in Rimini realizzata con il tessuto dei lettini da mare della Riviera Italiana.

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Brandina The Original

Impresa

Pesaro

www.brandinatheoriginal.it

Brandina | Prendere quello che già c’è e valorizzarlo

Brandina valorizza ed esporta la cultura balneare italiana nel mondo. L’allegria, la positività e la piacevolezza dello “star bene” sono i principi cardine della filosofia Brandina che offre un prodotto divertente e di qualità.

L’originalità del prodotto è legata alla particolarità del tessuto utilizzato, quello rigato e resistentissimo delle brandine da mare che quasi ogni italiano collega immediatamente alla riviera romagnola, al sole, al mare e alla spensieratezza della vacanza.

Da dove nasce l'idea

L’intuizione appartiene a Marco Morosini, designer e fotografo nato a Cattolica, che in occasione di un suo libro fotografico sui bagnini del litorale riminese si imbatte nella eccezionale robustezza ed adattabilità di questo tessuto.

E’ un vero e proprio colpo di fulmine. Marco, sognando di sviluppare artisticamente e commercialmente l’idea, si rivolge ad alcuni industriali ma trova solo porte chiuse. Così il progetto resta nel cassetto finché per lo studio Morosini il lavoro si ridimensiona a causa di alcune defezioni nel pacchetto clienti.

“Marco percorre a piedi il litorale per ritrarre i bagnini al lavoro e scopre un valore immenso: incontra uomini capaci di esprimere una relazione profonda con il mare e con il territorio.”

La Storia

L’idea, sviluppata con la moglie Barbara, porta a trasformare i due creativi in imprenditori, cosa non facile, soprattutto in Italia.

Marco racconta: “Quella che poteva essere una disdetta è stata un segno divino! Perché questa idea di Brandina non l’avevo dimenticata… ce l’avevo sempre in testa ma non riuscivo mai… Quindi ho detto: “Adesso ci dedichiamo a questa cosa!” E ci siamo impegnati! Da una criticità è scaturita una cosa positiva! Prima lo studio era 90% clienti esterni, ora il 90% è Brandina. Molti clienti sono spariti, non esistono più, altri hanno fatto le cose internamente o è subentrata una diversa direzione manageriale. Le cose sono cambiate ma fortunatamente siamo cambiati anche noi! Abbiamo investito su questa cosa che è Brandina e l’abbiamo portata avanti…”.

Continua: “Per fare un prodotto di qualità ci sono tanti costi, di comunicazione, di produzione, del materiale, della progettazione. La pelle deve essere buona, buone le rifiniture, il laboratorio buono e tutto il resto… E tutto questo preme sul prezzo. Non ci siamo affidati ad un’azienda dove noi arrivavamo e dicevamo: “Questo è il modello!” Noi acquistiamo il prodotto, il tessuto lo disegniamo noi, facciamo produrre il colore del filo, facciamo produrre il tessuto, poi acquistiamo la pelle, gli accessori, il filo, la fodera… Acquistiamo il 99% in Italia… Poi portiamo tutto ai laboratori a cui paghiamo la façon. E così siamo riusciti a far tenere il prezzo basso… In questo, però, nessuno ci ha aiutato…” – racconta Marco senza celare il disappunto nei confronti di uno Stato assente quando con pressante con un carico fiscale sempre più problematico per chi vuol fare e vivere d’impresa.

All’inizio le borse vengono vendute in negozi multimarca, poi, la svolta coraggiosa. “Eravamo ospitati da altri persone, all’interno di uno spazio che parlava un linguaggio omologato, universale, piatto, che si adattava a tutte le cose che rappresentava…”.

Da lì l’idea di creare i propri negozi dove si parla un linguaggio specifico, quello del mondo Brandina.Noi abbiamo creato un marchio di grande personalità, di grande energia e avevamo bisogno di un contenitore diverso. Non si chiamano né boutique ma “botteghe” Brandina! Abbiamo voluto riprendere il concetto della bottega tradizionale, del bancone, della signora che ti serviva, la merce esposta, la possibilità di toccare, di prendere, provare…”. 

Interviene Barbara: “Io credo che sia proprio nel Dna nostro… L’idea di vacanza, gioia, spensieratezza. L’idea era di creare un prodotto che lo trasmettesse a tutti!”.

Gli aspetti generativi

La banalizzazione – non solo del territorio - è il rischio di ogni avventura produttiva.

Marco racconta: 'Su tutti i nostri prodotti c’è scritto “Fatto a Rimini”. Perché ci sarebbe da vergognarsi? D’estate da noi vengono milioni di persone! Evidentemente si trovano bene, per questo vengono in vacanza da noi. Noi siamo contenti del nostro territorio: è un territorio bellissimo! Noi cerchiamo di valorizzarlo, però, non lo sfruttiamo… Noi abbiamo cercato di valorizzarlo, ma senza un aspetto grottesco e riprendere quei valori positivi che erano tipici della nostra riviera negli anni ’50, negli anni ’60. Qui veniva tutto il mondo! Veniva anche Frank Sinatra a cantare!”.

Anche per Marco, Barbara e i loro 12 dipendenti è stato questione di scegliere da che parte stare: “Tutta la riviera adriatica è stata presa come uno spazio da sfruttare e da consumare velocemente. C’era questo grosso rischio anche per noi… Si camminava su una lama molto tagliente: puntare sulla banalità, sulla cosa commerciale oppure dall’altra parte sulla cosa snob, elitaria… Noi vogliamo essere un prodotto di qualità ma accessibile… Abbiamo cercato di ricercare di fare una cosa bella, a buon prezzo, senza fare brutta figura. E’ più difficile trasformare un oggetto di costo accessibile in un prodotto apprezzato, indossato e ben considerato”.

Che Brandina sia il contenitore di passioni, gioia e spensieratezza lo si vede dai colori. “Noi siamo fortunati perché siamo uno studio piccolo, non siamo sottoposti ad altre pressioni. Quest’anno facciamo il rosso perché ci va di fare il rosso. La ricerca parte dal territorio… Andavo in giro con la moto e guardavo come erano fatto i portali, i vecchi davanzali, le pitture, gli infissi, come erano i balconi negli anni Cinquanta… Ci sono diversi elementi che proponiamo… E’ bello quando un marchio è legato ad un territorio! Oggi è quasi tutto globalizzato…” - puntualizza Marco.
Poi conclude, ed è quasi un incoraggiamento. Per sé. Per il Paese. “Noi abbiamo le piccole eccellenze. Non dobbiamo fare chissà cosa. Dobbiamo prendere quello che c’è e valorizzarlo. Semplice”

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