Fondazione Opera Immacolata Concezione

La longevità come risorsa

Fondazione Opera Immacolata Concezione (OIC) nasce nel 1955 per opera di Don Antonio Varotto e Nella Berto. Entrambi impegnati nel tentativo di sistematizzare le leggi di non autosufficienza in Veneto, decidono di prendersi cura e restituire una casa e degli affetti a un gruppo di otto anziane domestiche che, dopo aver dedicato la propria vita ad assistere gli altri, si sono ritrovate sole.

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Fondazione Opera Immacolata Concezione

Associazione

Padova

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Fondazione Opera Immacolata Concezione | La longevità come risorsa

Occorre re-interpretare l’invecchiamento in termini di risorsa, considerando questa fase di vita una vera opportunità di sviluppo, di ampliamento della libertà personale, di rispetto dei diritti della cittadinanza lungo tutto l’arco della vita.

Negli anni ’90, profondi cambiamenti sociali investono la sfera dell’assistenza all’anziano. Con lo scopo di estendere anche alle persone in condizione di non autosufficienza la dignità e le opportunità tipiche del proprio personale operare, e grazie all’iniziativa del terzo fondatore Angelo Ferro, nasce il Civitas Vitae, la più importante struttura sociosanitaria e di servizi integrati attiva in Europa.

Da dove nasce l'idea

Uno scambio reciproco. Una risposta alla crisi assistenziale che la nostra società sta vivendo.

Fondazione Opera Immacolata Concezione e il centro Civitas Vitae nascono negli anni ‘90 per opera di Don Antonio Varotto, Nella Berto e Angelo Ferro. Insieme rappresentano una sperimentazione ben congeniata in grado di dimostrare come l’operatività intergenerazionale possa portare a comuni benefici socioeconomici.
Il Civitas Vitae accoglie servizi eterogenei ma in grado di interconnettersi tra loro in termini di generazioni e funzioni formative. Oggi la Fondazione OIC ospita più di 2400 anziani in 13 residenze presenti in tutto il Veneto, occupando 1700 dipendenti di diverse nazionalità.

“La Fondazione Opera Immacolata Concezione oggi è un grande occhio che guarda alla società prendendosi cura di tutte le situazioni di fragilità perché metterle insieme in un modello di coesione vuol dire creare una grande forza. Diventa un laboratorio per una società più equilibrata.”

Fabio Toso, Direttore generale Fondazione Opera Immacolata Concezione

La Storia

I centri come il Civitas Vitae rappresentano un modello di integrazione territoriale e comunitario, a partire dalla configurazione architettonica della struttura residenziale per arrivare all’impiego e coinvolgimento diretto delle persone del territorio stesso.

Il centro, in un’ottica di integrazione, ha scelto di abbattere ogni barriera di confine tanto fisica che figurativa: l’intera struttura non è recintata ed è interamente integrata nel complesso residenziale in cui è situata; al contempo, al suo interno, operano associazioni di volontariato che provvedono ad offrire servizi che altrimenti mancherebbero nel contesto di riferimento: assistenza ginecologica ed ostetrica, asilo e scuola dell’infanzia, riabilitazione, formazione informatica, ecc.

La Fondazione ha come obiettivo quello di recuperare l’emarginazione sociale della persona anziana permettendo la convivenza di longevi e bambini e generando un microcosmo che favorisce relazioni d’aiuto reciproco. 

Per questa ragione, la fondazione si è impegnata nel dare centralità e cura all’intera filiera di assistenza, rendendola il perno fondante della propria filosofia di approccio. Questa filosofia è basata su principi di multidimensionalità e polifunzionalità.

Il complesso sistema organizzativo della Fondazione OIC muove seguendo l’ispirazione dell’afflato donativo che la persona anziana è in grado di sprigionare. In linea con la convinzione che i longevi non costituiscano dei ruderi bensì delle risorse per la società, l’azione messa in campo dalla Fondazione concepisce percorsi di valorizzazione di tali risorse.

In tal senso, vengono intrapresi cammini di accompagnamento che si prefiggono di facilitare il processo di ambientazione nella nuova fase di vita che i longevi si avviano ad affrontare. Molti anziani, con l’incedere dell’età, si trovano spaesati nell’affrontare la quotidianità che assume nuovi ritmi e velocità rispetto alle personali risorse fisico-mentali. OIC, infatti, ha elaborato percorsi di sussidiarietà per facilitare “l’alfabetizzazione alla longevità” e favorire nell’anziano, la riscoperta del proprio valore sociale.

Fra i percorsi intrapresi, di particolare rilievo è quello volto alla creazione di una scuola di empowerment attivo domiciliare realizzato in collaborazione con le istituzioni e associazioni di categoria. Obiettivo del progetto è quello di aiutare i longevi a mantenere un’autonomia, senza isolarsi e restando in contatto con il territorio.

Gli aspetti generativi

Lasciandosi ispirare e guidare dall’urgente imperativo dell’uscire dall’io per entrare nel noi, OIC ha istaurato un welfare di comunità promuovendo azioni dal basso volte alla creazione di bene comune per la società.

La Fondazione OIC è generativa in quanto capace di creare una connessione fra un agire intertemporale, intersoggettivo e contestuale. Questa realtà rappresenta la più importante infrastruttura di coesione sociale in grado di attivare circoli virtuosi di sinergie dinamiche di un fare durevole e orientato alla relazione, e non piuttosto puntuale e individualistico.
Compiendo uno sforzo di comprensione delle principali dinamiche sociali del tempo presente, in relazione alla dimensione di cura, OIC agisce in uno sforzo di continua tensione alla ricerca di chiavi interpretative della realtà capaci di bilanciare l’assistenza e la capacitazione data dalle relazionI.
Dinanzi al fallimento del welfare state e delle sue logiche di assistenzialismo, la Fondazione OIC ha messo in campo una risposta autorizzante in totale opposizione a quella del capitalismo tecno-nichilista. A un modello fondato su una mera idea di espansione illimitata e trainata da un consumo individualizzato e a debito, Fondazione OIC ha opposto e scelto un paradigma di valorizzazione del rapporto con la realtà umana e ambientale.
Avvalorando il potenziale generativo dell’asse intergenerazionale, in OIC appare evidente come la capacitazione e la trasmissione di informazione formativa siano veicolate soprattutto dalla componente del dono, dell’essere e avere grazie alla relazione con l’altro.
La Fondazione OIC costituisce un incubatore di relazioni e valore fortemente ispirato che si pone come luogo in grado di radunare fragilità e tramutarle in forza, scongiurando così il rischio di stagnazione. L’uomo, nel suo divenire, attraversa fasi di crisi che, nell’incontro con altre crisi, possono trovare ispirazione per nuove mappe di creazione di una riabilitazione non solo fisica ma olistica dell’essere umano.

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