Luxottica

Identità d’impresa e welfare aziendale

Luxottica Group è leader nel design, produzione e distribuzione di occhiali di fascia alta, di lusso e sportivi, con un portafoglio marchi forte e ben bilanciato sia di proprietà sia in licenza.

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Luxottica Group SPA

Impresa

Agordo, Belluno

www.luxottica.com

Luxottica | Identità d’impresa e welfare aziendale

La missione del Gruppo Luxottica è dedicarsi alla protezione degli occhi e alla valorizzazione dei volti di donne e uomini nel mondo, realizzando e commercializzando occhiali da sole e da vista di elevata qualità tecnica e stilistica al fine di massimizzare il benessere e la soddisfazione dei consumatori.

Tutte le attività del Gruppo Luxottica sono svolte in un quadro di concorrenza leale con onestà, integrità, correttezza e buona fede, nel rispetto degli interessi legittimi dei clienti, dei dipendenti, dei partner commerciali e finanziari e delle collettività in cui il Gruppo Luxottica è presente con le proprie attività.

Da dove nasce l'idea

Oggi leader mondiale nel settore occhiali di alta gamma, lusso e sport, Luxottica nasce ad Agordo, nel Bellunese, nel 1961, su iniziativa di Leonardo Del Vecchio, oggi presidente del gruppo, come piccolo laboratorio meccanico.

E’ possibile per una realtà aziendale dalla crescita esponenziale che conta oltre 7.000 dipendenti in Italia e dal posizionamento globale (65.000 collaboratori in circa 140 paesi) rimanere fedele ai suoi valori fondativi di centralità delle persone e del loro benessere? E come tenere vivo nei dipendenti - nonostante l’inevitabile passaggio dal rapporto diretto con il fondatore ad un più articolato management - quel legame con l’azienda che è a sua volta fattore importante del successo aziendale?

“Mantenere vivo il senso di appartenenza e il coinvolgimento che la gente di Luxottica ha costruito e vissuto negli anni. Ho capito che al di là del performance manager, fare il mio mestiere significava occuparsi di mantenere alto il senso di appartenenza. Abbiamo ragionato a un progetto che potesse far sentire le persone che escono alle 5 dalle fabbriche come parti di un’azienda che fa qualcosa di diverso per loro.”

Pier Giorgio Angeli, Risorse Umane Luxottica

La Storia

Luxottica ha scelto la strada del welfare aziendale, sperimentando un innovativo sistema di interventi.

L’occasione propizia è la crisi economica globale che costringe l’azienda a mettere per alcuni giorni in cassa integrazione i propri collaboratori. In Luxottica è chiaro come non sia pensabile ottenere un’elevata qualità di processo e di prodotto – oggi sempre più dipendente dall’impegno del singolo lavoratore – senza una sua corrispondente serenità di vita. Da qui l’idea di mettere a punto una nuova strategia di miglioramento del ciclo della qualità basata sul miglioramento della qualità di vita delle persone che lavorano in azienda. 

Concretamente ciò si è tradotto nella fornitura di un pacchetto di benefici non monetari che nel 2009 ha raggiunto il valore di 2,7 milioni di euro. Scopo dell’intervento: aumentare il potere di acquisto dei dipendenti attraverso la fornitura di beni e servizi in grado di impattare concretamente sulla loro esistenza. 

Prendono avvio la sperimentazione del carrello della spesa, il rimborso dei libri di testo scolastici per i figli dei dipendenti, infine l’assistenza sanitaria integrativa.

Accanto all’innovatività della proposta in sé, occorre sottolineare lo straordinario risultato in termini di condivisione e gestione congiunta dell’intero impianto con tutte le forze sindacali. In un’epoca di forti spinte conflittuali, si è qui riusciti a trovare una convergenza stabile e a strutturare un vero e proprio sistema di governance capace di intercettare i bisogni reali dei lavoratori e tradurli in proposte concrete ed efficaci.

Gli aspetti generativi

Luxottica, grazie alle sue dimensioni, è oggi, molto più di altri soggetti sociali, nella posizione di poter fare innovazione. La scommessa consiste in una futura disseminazione di questo significativo bagaglio conoscitivo ed esperienziale. E’ difficile tuttavia credere che ciò possa avvenire senza un ruolo attivo delle istituzioni.