FTSA

Prove di welfare municipale. L’esperienza della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa

Nel 2006 i Comuni di Casole d'Elsa, Colle di Val d'Elsa, Poggibonsi, Radicondoli e San Gimignano hanno affidato per la prima volta alla Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA), in integrazione con l'Azienda USL 7 di Siena, la gestione dei servizi sociali della zona.

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Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa

Istituzione

Poggibonsi, Siena

www.ftsa.it

FTSA | Prove di welfare municipale. L’esperienza della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa

In Alta Val D'Elsa, nella provincia senese, nel 2006 prende avvio una interessante sperimentazione di gestione associata dei servizi sociali da parte di cinque comuni: Casole d'Elsa, Colle di Val D'Elsa, Poggibonsi, Radicondoli e San Gimignano.

Dagli esordi la Fondazione ha sempre fornito risposte qualificate ai bisogni di anziani, disabili, famigli e minori, giovani rinnovando l’organizzazione dei propri interventi e interpretando il cambiamento come un valore aggiunto.

Da dove nasce l'idea

L'idea nasce da un'insoddisfazione di fondo rispetto alla centralizzazione e gestione ad altro ente di servizi che si percepivano come componente fondamentale della relazione tra amministrazione locale e popolazione residente.

La forte vocazione sociale dei cinque comuni e l'esigenza di ritornare ad un ruolo di maggiore incisività rispetto ai temi della programmazione, indirizzo, gestione e controllo di servizi che necessitano oggi di essere continuamente rivisitati e modellati sulle reali e mutevoli esigenze degli abitanti portano i soggetti coinvolti a maturare l'idea di costituire una Fondazione di partecipazione. Si tratta di un passo innovativo: questo istituto giuridico è infatti inedito in ambito sociale.

“FTSA è una fondazione di partecipazione con lo scopo sociale di programmare e gestire i servizi sociali del bisogno e la rete associativa conseguente nei territori della Valdelsa senese: l’obiettivo è stato quello di costituire un soggetto che potesse riportare in mano ai comuni la gestione diretta dei servizi, perché da un punto di vista di necessità politiche e sociali, è un territorio con una forte immigrazione e con forte sviluppo economico in cui occorrevano politiche sociali più attente e dirette coordinate dalle amministrazioni comunali.”

Paolo Brogioni, Sindaco di Colle Valdelsa

La Storia

L'esperienza – che prende avvio con il ritiro delle deleghe all'ASL - si rivela fin da subito significativa.

Anzitutto vengono ricomposte alcune delle fratture generatesi in ambito dei servizi pubblici negli ultimi decenni:

  • si raggiunge anzitutto una vera integrazione territoriale tra i 5 comuni che fino a quel momento avevano avuto una relazione individuale con l’ente gestore, così da potersi più facilmente definirsi collegialmente macro priorità e macro obiettivi validi per una stessa porzione di territorio;
  • si realizza una reale integrazione socio-sanitaria, con una riappacificazione delle competenze e dei saperi;
  • si consegue una feconda integrazione tra pubblico e privato. La direzione della Fondazione viene affidata ad un manager, mentre il ruolo di Presidente è assunto da un sindaco.

L’innovazione è da riscontrarsi sia sul fronte della forma organizzativa e gestionale, sia dei processi (nuovi investimenti sul lato dei servizi; individuazione e raccolta di nuovi finanziamenti anche privati; promozione di una sensibilità e consapevolezza da parte della popolazione relativamente ai bisogni sociali locali; la diffusione di un’idea di welfare comunitario).

Gli aspetti generativi

Un modello per un nuovo welfare municipale?

Gli impatti sono incoraggianti sia sul fronte organizzativo interno – una più elevata professionalizzazione dei servizi e un riconoscimento del ruolo delle figure professionali; un accresciuto senso identitario dei lavoratori (nel 2005 nell'ambito dei servizi sociali locali lavoravano circa 150 persone dipendenti da 9 datori di lavoro diversi e con contratti differenti) e una rigenerazione delle loro motivazioni; un nuovo modello di lavoro che privilegia la squadra – sia esterno – maggiori bisogni locali soddisfatti, concertazione macroterritoriale, incremento qualitativo e relazionale dell'offerta, coinvolgimento degli abitanti in alcuni servizi, razionalizzazione dei costi, monitoraggio e valutazione degli interventi.

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