Uno degli effetti collaterali della pandemia è stato il crollo della nascite di nuove imprese, soprattutto giovanili. L’intraprendere una nuova avventura di business, già complicato in epoca pre-Covid tra mille impedimenti di natura burocratica, paletti finanziari e assenza di agevolazioni, è divenuto pressoché una chimera in questa fase così difficile. Solo un temerario potrebbe pensare di lanciarsi nell’avvio di un’impresa in piena crisi globale. Ma non è forse questo il coraggio richiesto ai giovani, lo stesso coraggio che ha plasmato e fatto prosperare il nostro Paese grazie agli sforzi delle generazioni precedenti?
Intraprendere non vuol dire solo aprire un’impresa in ottica di business, ma fare l’impresa, osare di seguire una propria vocazione, in ogni ambito della vita. Ossia vuol dire fare delle scelte e assumersi rischi e responsabilità, mossi dal desiderio di costruire un futuro migliore per sé e per gli altri. Una spinta che ha in sé il marchio della gioventù, l’età ideale per sperimentare e ideare nuovi orizzonti inesplorati.
Quello che ci attende è un itinerario nel mondo dell’intraprendere in dialogo con Katia Bassi, Cmo e Board member di Lamborghini, Fabrizio D’Angelo, filosofo, consulente e manager internazionale in ambito editoriale, e Matteo Melotti, co-founder di 24bottles, per conoscere le loro storie ricche di spunti generativi e per riflettere insieme sul ruolo dei giovani all’interno del mondo delle imprese e, più in generale, in qualsiasi organizzazione che miri a generare un valore sociale, economico e culturale. Modera il dialogo Stefano Carpani.

 

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