Nel corso degli anni la Comunità Progetto Sud si è fortemente radicata nel territorio lametino e calabrese con la creazione di servizi innovativi. Rispondendo ai diversi bisogni che nascevano dalle nuove situazioni di disagio ed emarginazione, di fatto la Comunità ha prodotto anche nuove imprenditorialità e opportunità lavorative.
La risposta si articola, fin da subito, a partire da una visione, come esprimono le parole di questo passaggio dell’intervista allo stesso Panizza.
“La comunità si chiama ‘Comunità Progetto Sud’ non solo perché siamo nel Sud, ma perché l’idea su cui scommettere era il progetto. Abbiamo da subito inventato un’esperienza di vita in comune. In quegli anni io andavo e tornavo, quasi tutte le settimane, dalle Marche alla Calabria, per parlare con i disabili chiusi nelle loro case e per dire loro che il loro futuro dipendeva da loro e dalla collaborazione che avremmo avviato. Siccome mi avevano forse ‘imprestato’ qui, dalla mia diocesi, solo per poco tempo, abbiamo cominciato subito… Abbiamo capito insieme che bisognava fare in modo che diventassimo capaci di futuro, di seminare qualcosa di nuovo, di attrezzarsi per agire, di rompere l’idea che avevano in testa: ‘io sono disabile dunque sono pensionato’… Questa è stata un’operazione anzitutto di tipo culturale. Nel 1976 siamo entrati nella nostra prima casa, in via Conforti a Lamezia, per vivere insieme…”.
Oggi, a distanza di anni, l’Associazione Comunità Progetto Sud è diventata un gruppo di gruppi, un gruppo che ha generato altri gruppi aventi lo stesso spirito e diversificati nel tipo di attività svolta.
Un insieme di associazioni, di cooperative, di volontari, di gruppi spontanei, di comitati: tutte realtà collegate al nucleo iniziatore composto da una ventina di persone – il “Gruppo portante” -, il cui nome rimanda all’idea di far sì che le persone, attraverso l’esperienza di comunità e condivisione di un orizzonte, “potessero ‘portarsi’ da sole” e generare, a loro volta, qualcosa di valore per altri, per il territorio, per le future generazioni.
La vita insieme, persone disabili e non, costituisce il fulcro della promozione e dello sviluppo delle numerose attività educative, socio-sanitarie, socio-culturali, politiche, che coinvolgono altri collaboratori esterni. Tali attività si rivolgono a persone che vivono condizioni di emarginazione e vulnerabilità a motivo di disabilità, povertà di vario genere, dipendenze, disagio (in particolare, giovanile), malattia. A tale scopo, la Comunità gestisce servizi e iniziative sociali, promuove azioni di sensibilizzazione politica per generare cambiamento sociale e culturale, lavora per la costruzione di coesione nel territorio tra varie soggettività presenti, promuove la partecipazione attiva dei cittadini, crea reti di solidarietà, propone servizi sociali innovativi, realizza esperienze di inserimento occupazionale nel settore del lavoro sociale, sperimenta forme di convivialità e di accoglienza rivolte a singoli e gruppi. Essa è inoltre impegnata anche nella stesura di materiali e di pubblicazioni per approfondire tematiche legate alle iniziative proposte nei vari ambiti, relative – più in generale – allo sviluppo locale (economico, sociale e culturale) del territorio e alla formazione alla legalità.
L’organizzazione complessa dell’insieme dei gruppi rispecchia l’approccio innovativo messo in atto nella elaborazione e realizzazione degli interventi. Le conoscenze acquisite sul campo vengono tradotte in sapere organizzativo che fa leva sulla capacitazione e responsabilizzazione dei singoli, sull’apprendimento continuo tramite formazione individuale e organizzativa, su di un patto sociale tra gli attori coinvolti affinché il lavoro sociale e gli interventi culturali non rispondano soltanto a criteri di efficienza tecnica ma siano accompagnati dalla elaborazione costante di significati condivisi nonché da una comune metodologia operativa. A tutti i livelli – decisionali, di coordinamento, di gestione – viene fatto uso della governance che comporta un elevato grado di cooperazione tra tutti.