Arriva da Agrigento l’esperienza di un corso gastronomico che, dall’amalgama dei suoi ingredienti, punta alla coesione sociale. Un progetto di formazione lavorativa sviluppato grazie alle alleanze e alle sinergie attivate dalla neo costituita Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani, nata con il programma di sostegno alle fondazioni di comunità nel mezzogiorno promosso dalla Fondazione CON IL SUD.

Ogni ricetta ha la sua storia e, dietro all’impasto dei suoi ingredienti, ci sono in realtà mani sapienti che lavorano e occhi socchiusi per ripescare nel tempo sapori e ricordi da non perdere più. Non siamo solo le storie che raccontiamo, siamo soprattutto le ricette che tramandiamo.

Ecco allora la magia che nasce dall’incontro e dallo scambio fra la tradizione culinaria africana e quella siciliana, ricette e ingredienti che si contaminano pur mantenendo salde le loro radici: è accaduto ad Agrigento all’interno del percorso formativo di cucina interculturale che ha coinvolto undici partecipanti di origini e culture differenti.
Dall’Italia alla Nigeria passando per il Senegal, l’Egitto e il Camerum: a coordinare la giovane brigata è stata Mareme Cisse, chef senegalese alla guida del ristorante “Ginger – people&food”, e campionessa del mondo in carica del World Couscous Championship 2019 di San Vito Lo Capo.

Si tratta di un progetto di formazione al lavoro che si è svolto tra ottobre e novembre che è stato reso possibile grazie alle sinergie e alle alleanze attivate dalla neo costituita Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani (link https://www.fcagrigentotrapani.it/) la cui nascita si inserisce nel programma di sostegno alle Fondazioni di Comunità nel Mezzogiorno promosso dalla Fondazione CON IL SUD (link: https://www.fondazioneconilsud.it/interventi/fondazioni-di-comunita/).

Il corso ha permesso ai partecipanti di approcciarsi al mondo del lavoro e della cucina in maniera inusuale: 12 lezioni-laboratori in cui il gruppo di apprendisti chef ha avuto modo di mettere in pratica in una vera cucina le diverse tecniche apprese, di lavorare a stretto contatto e di condividere esperienze di vita, creando piatti non solo buoni da mangiare, ma soprattutto belli da vedere e interessanti da conoscere.
Lo scopo è stato duplice: da un lato favorire l’integrazione e la coesione sociale della comunità locale, dall’altro offrire ai partecipanti la possibilità di appassionarsi al settore gastronomico come possibile punto di partenza in cui porre le basi per creare il proprio futuro lavorativo, così come è stato per la chef Mareme Cisse tanti anni fa.

Mareme Cisse, infatti, arrivata ad Agrigento dal Senegal si è ritrovata da sola con quattro figli da crescere in un Paese che non era il suo. Provvidenziale è stato l’incontro con la cooperativa sociale “Al Kharub” da cui è nato il ristorante “Ginger – people&food” che la vede protagonista fin dal primo giorno di attività: un inizio non semplice ma che oggi conta tanti successi e finalmente pochi preghiudizi.
Oggi per me è bello poter andare a fare la spesa e non ricevere sguardi austeri o diffidenti – racconta la chef Mareme Cisse – ma piuttosto richieste di suggerimenti su come preparare alcuni ingredienti che compro per il ristorante; mi riempie di gioia e mi piacerebbe che questo possa accadere anche a coloro i quali hanno frequentato il corso di cucina”.

Esperienze di vita che si sono fuse e mescolate nell’arco delle 12 lezioni del corso formativo di cucina realizzato sotto la regia della Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani e grazie al coinvolgimento dell’associazione “PRISM – Promozione Internazionale Sicilia Mondo” e della cooperativa sociale “Al Kharub”, attraverso le risorse messe a disposizione dal progetto “MIVA: Migrants’ Integration through Volunteering Activities” sostenuto dal fondo AMIF dell’Unione Europea.

Un lavoro di sistema svolto dalla Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani, nata nel mese di gennaio 2019 dopo un percorso di animazione territoriale durato circa tre anni, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sociale, culturale, ambientale e dell’economia civile nel territorio delle province di Agrigento e Trapani.

In territori che partono da condizioni di povertà strutturale come il nostro – spiega il coordinatore della fondazione di comunità Giuseppe La Rocca – bisogna operare per creare e potenziare uno sviluppo di qualità creando connessioni con reti nazionali e internazionali e soprattutto, proprio per la complessa situazione delle due province, promuovendo opportunità di crescita e realizzazione lavorativa per i giovani”.

Lo sguardo, infatti, è rivolto in modo particolare al mondo giovanile che le statistiche danno sempre più in fuga dalla Sicilia. “Il nostro è un territorio segnato da deficit endemici ma anche da straordinarie potenzialità, pensiamo per esempio al patrimonio archeologico, storico e naturalistico dal quale possono essere generate diverse opportunità per la crescita delle comunità – continua La Rocca. Lo strumento della fondazione di comunità ci permette d’invertire il paradigma di un Sud inerme e destinato al fallimento, creando valore per lo sviluppo locale”.

 

Attraverso la promozione della cultura del dono, della partecipazione e della corresponsabilità la Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani sostiene le diverse progettualità in grado di promuovere la creazione di beni comuni in molteplici settori di intervento come la promozione del welfare comunitario nell’educazione e nell’assistenza, il sostegno alle imprese giovanili socialmente responsabili, la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale dei territori.

Tra le altre iniziative messe già in atto (link https://www.fcagrigentotrapani.it/progetti/) vi sono: l’adesione al “MECC – Microcredito per l’economia civile e di comunione” soggetto di finanza etica per l’attività di microcredito a sostegno delle imprese socialmente responsabili; la costituzione del fondo “imprenditori con la comunità” volto ad attirare l’interesse e la partecipazione di imprese, imprenditori e manager su un programma pluriennale a sostegno delle imprese giovanili; la costituzione del “Parco Culturale Ecclesiale Agrigentino” all’interno del progetto “Bellezza e Speranza per tutti” con l’obiettivo di promuovere e creare opportunità di occupazione qualificata per i giovani attraverso la gestione dei beni culturali ecclesiali.

Tutto ciò è reso possibile grazie all’ampio partenariato locale e al contributo di privati e di organizzazioni che sostengono le attività della Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani, in particolare Fondazione CON IL SUD, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Charlemagne e Fondazione Unipolis insieme alle alleanze strategiche con Assifero e l’Archivio della Generatività sociale dell’Università Cattolica di Milano.

 

Credits foto: Kalò Cassaro (foto 1-4) – Miriam Salerno (foto 5-7)