Si è svolta l’11 e il 12 ottobre la due giorni internazionale di discussione sul paradigma della generatività sociale, presso l’Università Cattolica. Un intenso programma, che ha visto confrontarsi sul tema docenti e rappresentanti di alcune tra le più note istituzioni occidentali – tra altri, Bernard Stiegler, Phil Gorski, Peter Muller, Alain Ehrenberg, Geoff Mulgan.

Cos’è la generatività sociale? A cosa serve? Come si declina sui diversi piani – sociale, teorico, economico, politico? L’introduzione di Mauro Magatti, nella prima sessione, ha offerto le prime risposte a queste domande, una panoramica approfondita poi nelle diverse sessioni. Magatti ha spiegato come il termine generatività stia entrando nel dibattito internazionale.

La prima sessione, ha visto la definizione della generatività come una teoria riguardante il codice della vita sociale – i tre movimenti del mettere al mondo, prendersi cura e lasciare andare – di cui Phil Gorski (Yale University) ha sottolineato l’originalità rispetto al mainstream della sociologia americana. Tra i discussant, Alessandro Sancino (Open University), Miriam Dìez Bosch (Università di Barcellona) e Carlo Bordoni (Università di Firenze).

La seconda sessione ha visto la coppia Giaccardi-Stiegler discutere l’azione sociale generativa nella prospettiva dell’individuazione, cioè di come l’azione generativa porti chi la compie a diventare un soggetto. Molte le domande e gli approfondimenti sollevati dai discussant – Sergio Manghi (Università di Parma), Onofrio Romano (Università di Bari) e Stefano Carpani (Università di Essex) – che hanno spaziato dall’ecologia della mente alla psicoanalisi junghiana.

Sono poi stati discussi i fondamenti teorici della generatività sociale nella storia del pensiero sociologico, in due sessioni. La prima, condotta da Monica Martinelli-Cesare Silla (Università Cattolica) e Hans-Peter Mueller (Humbolt University) ha spiegato come la generatività fosse embrionalmente presente negli scritti di pensatori di primo piano del secolo scorso, in particolare nell’intuizione del movimento della vita. Ovvero hanno detto come, per dirla con i termini di Georg Simmel, essa sia un codice della vita sociale che contribuisce a costruire istituzioni e relazioni aperte, non rigide e chiuse. Interessanti gli spunti forniti dai discussant su questo punto, tra cui l’apprezzato studioso simmeliano Gregor Fitzi (Università di Potzsdam) e Carmen Leccardi (Università Milano-Bicocca). La seconda ha approfondito le relazioni tra la generatività e il dono, grazie agli interventi di Paulo Henrique Martins (Università di Pernambuco) e Martino Doni (Università di Bergamo). Particolarmente importante è stato qui il dialogo con i discussant – Elena Pulcini (Università di Firenze), Pierpaolo Donati (Università di Bologna) e Brandon Vaidyanathan (Washington University) – per individuare il confine sottile ma fondamentale che separa la generatività e il dono, come teorizzato da Mauss in poi. Laddove il dono potrebbe chiamare un contro-dono, la generatività apre la “restituzione”, mai vincolante, al terzo.

Le implicazioni di policy della generatività sociale sono state discusse nel corso della seconda giornata. Patrizia Cappelletti-Davide Lampugnani (Università Cattolica) e Bernhardt Leubolt (Università di Loveno) hanno portato evidenze dallo studio di imprese e associazioni generative. Rispetto a questo, i discussant – tra cui Costanzo Ranci (Polimi) e Tommaso Vitale (Sciences Po) – hanno approfondito le connessioni possibili tra generatività sociale, economia contemporanea e vita urbana. Generatività e fioritura dell’umano è stato il tema degli interventi di Laura Gherardi (Università Cattolica) e di Alain Ehrenberg (Università Paris Descartes). Si è mostrato come l’ideale della realizzazione di sé generativa si opponga a quello della realizzazione di sé performativa e individualizzata che ha dominato la cultura del capitalismo degli ultimi decenni, per culminare poi nelle neuroscienze che promettono un superamento dei limiti dell’umano. Ivana Pais (Università Cattolica), Eric Lybek (Università di Manchester) e Guido Cusinato (Università di Verona) hanno parlato rispettivamente di sharing economy, civil society e soggettivazione in relazione alla generatività.

Il seminario conclusivo è stato tenuto da Geoff Mulgan (Nesta), Alessandro Valera (Ashoka), Sergio Urbani (Fonadazione Cariplo) e Giuseppe Zammarchi (Unicredit). I protagonisti hanno discusso il paradigma della generatività sociale dal punto di vista istituzionale e sistemico in relazione alle sfide della contemporaneità. Le conclusioni, affidate a Luca Jahier (Presidente della commissione Società ed Economia in Europa), hanno disegnato un futuro possibile seguendo la via della generatività.