Generare indica un’azione continua nel tempo, per quanto imprevedibile nei suoi risultati. Proprio per questo il generare apre al senso pieno della vita e della sua imprevedibilità. Generare è essenziale anche per la società, perché porta alla maturazione di un senso comune che sprona all’innovazione e alla gestione responsabile della libertà. E chiama in causa l’origine; non si limita ad un fatto biologico, perché assume una dimensione culturale.

Definizione
Lo psicoanalista Erik Erikson introduce la generatività nello studio delle fasi evolutive dell’uomo e la utilizza per qualificare lo stadio adulto della vita. Generatività è la preoccupazione di creare e dirigere una nuova generazione. Scrive Erikson che “l’uomo maturo ha bisogno che si abbia bisogno di lui e la maturità ha bisogno di essere guidata e incoraggiata da ciò che è stato prodotto e di cui bisogna prendersi cura”. Proprio per queste ragioni la mancata generatività non è indolore per la persona, perché la conduce alla stagnazione che imprigiona l’adulto dentro sé stesso e lo porta a regredire in un’adolescenza infinita. Ancora in campo psicologico Dan Mc Adams individua tre caratteristiche che ampliano il concetto di generatività. Essa è definita un comportamento, in quanto si indirizza a generare e crescere i figli; un valore, in quanto è diretta ad offrire e trasmettere ciò che meglio si produce; un atteggiamento per la vita, in quanto si tende a riconoscere sé stessi come anello della sequenza generazionale.

Il concetto di generatività viene adottato in ambito sociologico da Mauro Magatti come una delle azioni trasformative che rendono le persone capaci di gestire una libertà che non è consumo individualizzato ma opera relazionale. Generatività “è un agire che ammette l’esistenza di un prima, di un adesso e di un dopo, in relazione a cui si assume la responsabilità del proprio darsi, accettando di essere aperti a ciò che non si conosce”. La generatività è dunque un’azione consapevole, diretta a uno scopo liberamente scelto, rispettosa del contesto e aperta al futuro. Illustra Patrizia Cappelletti che “accanto alla più immediata generatività familiare e parentale, la generatività acquista una connotazione ‘sociale’ anzitutto perché la sua azione finisce per toccare cerchie sempre più ampie – un’impresa, una realtà associativa, una comunità locale – del presente e finanche del futuro (le prossime generazioni e i futuri assetti socio-istituzionali). Essa può concretizzarsi in una serie molto eterogenea di ruoli sociali… che presiedono in qualche modo alla funzione di trasmissione. Non secondariamente la generatività appare in grado di riallestire le condizioni di quello stesso sociale… Essa ricombina, riarticolandole, le categorie dell’innovazione (genialità) e della sostenibilità (eccedenza, gratuità, generosità)”.

La sociologa Chiara Giaccardi delinea tre elementi che possono caratterizzare un’azione generativa:
implica scelte soggettive e di senso, in quanto “generare è dare inizio, far emergere, rendere visibile ciò che in qualche modo è nell’origine, che è invisibile e ha radici lontane, che precede l’azione e la rende possibile. Solo in questa tensione tra prima e ora, tra invisibile e visibile, tra soggetto e altro da sé ha luogo la generatività”.
proietta l’azione verso il futuro: “generare implica saper vedere… significa discernere e immaginare … riconoscere ciò che ha un potenziale, capire in quali condizioni si può sviluppare; e poi esercitare l’immaginazione e la speranza, con competenza e attenzione”.
aggiunge valore sociale: “la generatività sblocca il regime statico dello scambio e delle equivalenze e, così facendo, aumenta la vita. Aperta alla novità, è uno sguardo inedito sul mondo. Per questo trova strade originali, anche attivando risorse non ancora impiegate”.

I criteri di generatività
L’Istituto Luigi Sturzo attraverso Genius loci, un archivio sulla generatività raccoglie storie di imprese, di associazioni, di cooperative e idee di studiosi e di esperti che si caratterizzano per la loro capacità di imprimere una forza innovativa e creativa. L’iniziativa è raccontata dal sito www.generativita.it nel quale sono descritti i sette criteri per la generatività, ovvero:

1. Valore e intrapendenza: la generatività è dismisura, dono, disponibilità a sopportare il rischio e la fatica di una scommessa mai garantita. In quanto disponibilità a spendersi creativamente per qualche cosa di bello, di buono e di vero, la generatività dà forma e concretezza al valore mentre lo afferma.
2. Innovazione e mobilitazione: Quale sguardo inedito sul mondo, essa trascende il dato di fatto, aprendo così strade innovative che sono capaci di mobilitare e valorizzare risorse umane e strumentali diffuse, non ancora impiegate o disperse.
3. Fedeltà e fiducia: radicata in un terreno che la precede e aperta ad un futuro che la supera, la generatività non si stanca di ricostruire le condizioni della fiducia, investendo su legami e significati condivisi attorno a un filo di senso che comprende azioni, narrazioni, pensiero e esperienza.
4. Affettività e desiderio: via per dare corpo al desiderio di realizzazione, di pienezza, di realtà, la generatività muove la passione e l’affettività, ci apre agli altri e al mondo e ci libera dalla prigione di noi stessi e dalle angustie della situazione presente.
5. Adeguatezza e riformismo: generare implica compromettersi con il mondo, non per accettarlo così com’è, ma per cambiarlo dall’interno, un po’ per volta. Nel rendere ciò che viene generato adeguato al mondo, la generatività trasforma dal basso, e in continuità con una storia di cui è parte, le forme istituzionali della vita sociale
6. Sensibilità e sostenibilità: la generatività è sensibile al mondo circostante, di cui riconosce le potenzialità ma anche le fragilità. Attenta a non sfruttare il contesto sociale e ambientale, essa se ne prende cura, esprimendo così una forma di veglia e vigilanza, una premura sull’umano.
7. Resistenza e sacrificio: la generatività non fugge il conflitto ma lo attraversa; non si arrende di fronte alle difficoltà né si scoraggia per i fallimenti, che possono anche aiutare a riaggiustare a direzione. Sollecitata dalla contingenza che le viene incontro, essa cerca di imprimere una spinta di rinascita dentro la realtà, che “rende sacra” attraverso la dedizione e l’impegno.

Le ragioni per una generatività sociale
La generatività sociale può fornire una visione nuova per affrontare in modo diverso le questioni sociali.
Nelle società occidentali – colpite dalla frammentazione dei legami sociali, dalla corrosione delle istituzioni tradizionali e dalla crisi dei sistemi valoriali – si vive in una condizione di disorientamento, con una precaria capacità di fondare di senso la vita e le relazioni. La radice di questi processi è individuata da Magatti in una idea limitata di libertà, giustificata dalla richiesta di autonomia soggettiva, che limiti le istituzioni e favorisca le scelte individuali e da una cultura neoliberista, che combina scambio utilitaristico e bisogno di un ventaglio di opportunità sempre più ampio. Il risultato è una particolare forma di capitalismo alimentata dalle innovazioni della tecnica e dal desiderio effimero che crea un consumo compulsivo non solo di servizi e di merci, ma anche di esperienze, di relazioni, di sogni. Si costituiscono stili di vita e modelli socio economici improntati all’immanenza del presente e all’onnipotenza (assenza del limite). Tra le conseguenze si elencano l’aumento delle disuguaglianze, le crisi ambientali, l’indebitamento verso le generazioni future. La società sembra sterilizzarsi tanto quanto i progetti di vita individuali.

Il disagio vissuto da persone e comunità rivela i sintomi di una stagnazione assimilabile a quella descritta da Erikson per la fase adulta della vita: sofferenza, sradicamento, mancanza di senso diventano nodi aperti e mettono in discussione la logica della libertà da ogni vincolo. Intraprendere azioni generative innesca invece un processo di innovazione che crea valore condiviso per “ri-legare” gli attori attraverso la costruzione di relazioni che uniscono sviluppo e coesione sociale. Infatti «la generatività consente di delineare una direzione di senso non puramente autoreferenziale ma aperta allo scambio intersoggettivo. Espressione della piena capacità del suo autore, essa non può eludere il giudizio e il riconoscimento altrui» (Magatti, Giaccardi 2014). Giaccardi e Magatti indicano nella promozione della generatività la sfida per contrastare una «società del consumo iperindividualizzato e funzionalizzata, moltiplicando i luoghi e le occasioni di generatività e rendendo così possibile una maggiore pluralità di forme di vita e di libertà . Verso la demo-archia e l’economia del valore condiviso. Verso una nuova prosperità».

Le azioni generative possono essere rintracciate in numerosi campi:
Il lavoro: in una situazione di emergenza, si perdono non solo occupazione, ma il senso del lavoro. Un lavoro è generativo quando diventa una forma di tempo/spazio nuova che riesce a conciliare autorealizzazione e realizzazione (Bruni), vita personale e vita sociale. Un lavoro che porta innovazione e nuove opportunità, non si esaurisce nel mezzo per il sostentamento (Cappelletti).

La famiglia: dentro una profonda trasformazione la dimensione generativa può offrire alla famiglia la possibilità di scoprire se stessa. Generare non si limita alla procreazione, ma si dirige verso la cura delle relazioni e la promozione di socialità. La famiglia può divenire soggetto capacitante che aiuta i suoi membri a comprendere i propri progetti di vita e li sostiene nella loro realizzazione. Inoltre è luogo primario di inserimento dei suoi componenti nella comunità di appartenenza (Scabini). La coppia stessa può trovare una nuova fonte di senso attraverso la generatività sociale che rende i partner più consapevoli degli equilibri della loro relazione e per affrontare la vulnerabilità sociale (Casavecchia).

L’economia civile: la generatività si fonda su un’alleanza per lo sviluppo, nella quale si evidenzi la centralità del lavoro umano e la natura sociale del profitto (Bruni). In questa prospettiva la generatività insieme al dono, alla gratuità, ai beni relazionali, alla reciprocità e alla centralità della persona, rappresenta un elemento fondante l’azione economica e può divenire un fattore di competitività, di innovazione sociale ed economica. Il benessere individuale diventa fondamento di un benessere comune. Essenziale diventa il processo per raggiungere un obiettivo, perché nel cammino si scrive la storia. «lo sviluppo dei territori è connesso sempre più allo crescita di comunità “generative”, capaci di essere alveo di promozione (educativa, perché no?!) del capitale umano e sociale delle persone” (Notarstefano)

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