Per questi due mesi estivi voglio proporre un decalogo per un nuovo welfare generativo. Il racconto segue l’immagine della fune, la fune è fatta di tante corde che intrecciano. Abbiamo bisogno di una fune che ci tiri fuori dal pantano e da ciò che non funziona più. La fune che vi propongo è fatta di 10 corde.

  1. Bisogna passare dai sostantivi ai verbi. Smettiamola di paralare di servizi ai disabili, servizi per anziani, servizi ai minori. Basta, dobbiamo parlare di curare, lavorare, abitare, educare. Verbi da declinare non per categorie, ma per tutti. La segmentazione specialistica è figlia di un periodo scientista che ha portato alla frammentazione della società e a un immaginario del welfare come somma di specializzazioni. Veniamone fuori.
  2. Basta ragionare sull’offerta di servizi per cominciare ad aggregare la domanda. Non si tratta di aumentare i servizi, non si tratta nemmeno di aumentare i soldi, si tratta di mettere insieme le persone. Cominciare ad affrontare insieme dei problemi vuol dire già risolverne la metà. Questo ci insegna la nostra grande tradizione mutualistica.
  3. Bisogna generare nuove istituzioni. Le istituzioni hanno bisogno prima di esperienze, non nascono dalle leggi. Nascono dalla esperienza delle persone che poi trasformano queste esperienze in nuove istituzioni. Che permettono di alimentare l’esperienza e di farla vivere agli altri. Dobbiamo fare come hanno fatto i nostri nonni con le bcc, le popolari, le mutue, le case a ringhiera, le cascine, i quartieri, le piazze. Forme di vita.
  4. Allearsi tra diversi è tempo in cui fare alleanze e alleanze fra diversi. Un solo esempio: il tema della non autosufficienza lo si affronta alleando le assistenti sociali con gli architetti e con un fondo pensionistico. Bisogna alleare oggi cose che oggi sono separate, la solitudine di un anziano e il bisogno di un posto letto di uno studente universitario. Osiamo, anche sbagliando.
  5. Privilegiate legami e significati al posto di prestazioni, servizi e denaro. Non aprite più un servizio se non siete certi che genera e rigenera un legame sociale. Il welfare serve a ri-legare e non a consumare servizi in maniera individuale. Nel tempo del consumo abbiamo ampiamente consumato anche i servizi di welfare (sociali, sanitari, assistenziali…). Bisogna essere coscienti che la nostra libertà dipende dai legami che abbiamo. Siamo persone strutturalmente relazionate. Queste sono scelte culturali e politiche, che danno vita anche a forme economiche. Stiamo parlando del principale mercato interno dei prossimi anni che non sarà fatto di cose ma sarà fatto di rapporti di prossimità.

SEGUE..