Casa della Memoria  Vai alla Storia

Senza memoria non c’è futuro

di Redazione

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Questo mese parliamo dell’importanza della memoria.

Senza memoria è difficile immaginare e costruire, personalmente e collettivamente, il futuro. Il problema viene introdotto dalla giornalista Annachiara Valle. Oltre a focalizzare il problema della memoria, Anna ci aiuta a ricostruire un particolare squarcio della storia del nostro Paese, gli anni del terrorismo.

Vi raccontiamo poi di un’esperienza esemplare: la Casa della Memoria di Brescia. Tale realtà viene raccontata dal suo Presidente Manlio Milani che, nella strage di Piazza della Loggia il 28 maggio 1974, perse la moglie Livia insieme ad altri amici.

La Casa della Memoria nasce da un percorso di rilettura dei fatti storici (legandosi all’esperienza dell’Associazione dei Familiari delle Vittime per stragi sorta in precedenza) e di apertura al futuro, un futuro di convivenza democratica la cui costruzione si alimenta della memoria condivisa e della ricerca della verità. L’esperienza di Casa della Memoria nella sua esemplarità e forza generativa è riletta anche da Claudia Mazzucato, esperta di giustizia riparativa e ricercatrice.

Il filosofo Paolo Gomarasca legge il tema in discussione nelle sue possibili aperture prospettiche, sia per il pensiero che per la prassi.

Cesare Silla, sociologo, ci racconta invece di come senza memoria è difficile guardare al futuro. E di come questo non può che avere ricadute sociali pesantissime, soprattutto in tempo di crisi. Infine Silvano Petrosino, filosofo, ci parla di come la difficoltà dell’uomo contemporaneo di ospitare la memoria sia legata alla propensione verso la logica del consumo. Una logica che tende a schiacciare il tempo sull’immanenza e sulla contingenza, chiudendo facilmente l’orizzonte del futuro.

E' un tema importante, su cui si gioca una partita sostanziale. Secondo noi non si esce da nessuna crisi senza rielaborare la propria storia. Che spesso vuol dire sofferenza, perdono, ricomposizioni dolorose. E a volte vuol dire scoprire delle risorse che non si sapeva di avere, come persone e come Paese.

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