Attorno al 2000, nella provincia padovana, si assiste alla nascita di movimenti spontanei di giovani mamme che si riuniscono in forme associate per rispondere alle esigenze di conciliazione di lavoro e cura dei propri figli piccoli.L’aumento della mobilità delle giovani coppie, la rarefazione delle reti di solidarietà informale e la lontananza dai nonni, le esigenze di mantenimento del lavoro spesso distante da casa e ad elevata flessibilità oraria costringono i neo-genitori a ricercare soluzioni di cura innovative per i propri bambini che sappiano garantire elevati livelli di familiarità e di socialità, elasticità e rimodulazione continua dell’offerta, e partecipazione nelle scelte educativo-pedagogiche da parte genitori stessi.
Queste spinte vengono intercettate dalle Acli Padovane che diventano l’interlocutore ideale per percorsi di formazione e di qualificazione dell’offerta, sostegno alla progettualità e allo sviluppo associativo.Nascono in breve tempo 10 associazioni di promozione sociale che si connotano come PAF e che ad oggi coinvolgono oltre 500 famiglie del Padovano. Questi centri offrono servizi alla prima infanzia – a fronte di un’offerta spesso carente a livello istituzionale – e al contempo costituiscono spazi di incontro e di confronto per i genitori; luoghi di formazione e di accompagnamento alla genitorialità; occasione di partecipazione e di radicamento alla vita locale; palestra per un impegno civico e sociale futuro dentro a cerchie più ampie; opportunità di impegno professionale per alcune neo-mamme uscite dai circuiti di lavoro.
L’esperienza in atto sta attualmente cercando nuovi equilibri tra volontariato e lavoro, dentro un’idea di economia civile. Essa ha già però ampiamente generato relazioni e reti familiari; ha attivato risorse diffuse entro percorsi condivisi; ha promosso un pensiero su forme di welfare innovative, ha prodotto sperimentazioni feconde da monitorarsi in vista di possibili replicazioni future.
Per ulteriori informazioni
www.puntoaclifamiglia.itwww.aclipadova.it
Video a cura di Fabio Abati