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Il destino nel nome

di Redazione

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Un film di alcuni anni fa si titolava Il destino nel nome. E’ una bella introduzioneall’esperienza del progetto Mare Memoria Viva.Siamo a Palermo. Il suo nome deriva dal greco Panormos, “tutto-porto”.

Palermo è una città con il destino nel nome. E il suo destino è il mare.Negli ultimi decenni, la relazione tra il capoluogo siciliano e il suo mare è stata però molto ambigua. Logiche solo strumentali hanno portato a rinnegare questa vocazione sfruttando, svilendo e sfregiando la bellezza della costa con abusi edilizi e degrado. Ancora oggi sono riconoscibili contrasti profondi tra la spiaggia di Mondello, elegante e raffinata, e tanta parte della costa sud, dove il mare è quasi scomparso, così da far sorgere il dubbio che il mare a Palermo davvero ci sia.

Nel tentativo di scoprire le ragioni di questa ambivalenza e per avviare forme di riappropriazione dei luoghi, alcuni giovani riunitisi attorno all’associazione culturale CLAC danno avvio a un progetto di ricerca “Mare Memoria Viva” che porterà all’apertura dell’Ecomuseo del Mare.

Il percorso, sostenuto da Fondazione con il Sud attraverso il bando storico-artistico 2011, rappresenta un’occasione per mettersi in ascolto di coloro che il mare l’hanno vissuto, conosciuto, amato, che ne serbano ricordi di gioia e bellezza ma anche ne hanno seguito da lontano le involuzioni più tristi a seguito delle tragiche scelte politiche e ammistrative cittadine.

Quello che CLAC raccoglie lungo i 26 km della costa palermitana sono storie, ricordi, immagini che, nell’ascolto, riprendono vita.Il loro valore viene condiviso in gruppi di lavoro, quasi una restituzione, agli abitanti, ai pescatori, ai lavoratori al porto, ai villeggianti, in momenti informali organizzati per strada, in pizzeria, all’angolo di una piazza.

Tutto il materiale viene poi riorganizzano secondo logiche di navigazione biografica – album di famiglia, cartoline, foto d‘epoca, racconti – e lo si valorizza grazie a dispositivi multimediali capaci di parlare efficacemente alle nuove generazioni.Questo patromio di espereinza e di legami viene collocate nell’essenzialità di uno spazio di proprietà del Comune di Palermo – l’Ex Deposito Locomotive Sant’Erasmo. Ma progetto è un work in progress che segna la necessità dell’infinita manutenzione della memoria.

Perchè un’”ecomuseo”?

Un’ecomuseo – come sottolineano gli amici di CLAC – è un museo del territorio che privilegia, accanto alla funzione culturale, anche quella sociale del luogo e dei contenuti proposti e che promuove la partecipazione della comunità. L’Ecomuseo del Mare è oggi uno spazio aperto al pubblico ed in particolare agli abitanti del quartiere: un luogo ritrovato di cittadinanza attiva e propositiva.

Grazie ad una partnership innovativa con il Comune di Palermo, l’ingresso è gratuito. Il personale è stipendiato dal Comune, mentre le attività didattiche sono a pagamento e vengono gestite da CLAC. Il Museo è dunque un investimento culturale, ma anche un progetto di sviluppo locale. Da parte dell’associazione si cerca con convinzione una sostenibilità sempre più robusta grazie all’ampliamento delle attività didattiche e turistiche a pagamento.

La relazione pubblico/privato non è cosa semplice, in Italia, e CLAC sta lavorando per perfezionare un accordo di vera co-gestione dell’ecomuseo, conciliando le diverse sensibilità e puntando sull’innovazione di governance.

Mare Memoria Viva non è solo il nome del museo, ma anche un programma di lavoro. Perchè non si perda il filo della memoria e perchè dagli errori del passato si possa apprendere e scrivere mappe nuove per i naviganti del futuro, occorre continuare ad ascoltare, connettere, rielaborare.Il percorso richiama e prova a tradurre le principali dimensioni della generatività sociale.

Anzitutto c’è un’apertura, un incontro, uno scambio, una consegna che diventa dono reciproco: l’ascolto attiva il ricordo e vivifica la memoria. rigenera identità, senso di appartenenza e significanza. In questo reciproco affidamento, si rinnovano legami e si tessono nuove relazioni intergenerazionali. Ci si riconosce parte viva e responsabile di un territorio. Si fa manutenzione del simbolico.

Il recupero del passato non è però mosso dal rimpianto o dalla nostalgia per ciò che non è più. Piuttosto, la ricostruzione della memoria, soprattutto nei suoi risvolti più tristi e che suscitano frustrazione, produce una riconnessione, una presa di coscienza, un desiderio di azione e partecipazione.La memoria diventa cosa viva e il passato diventa guida nel presente e stimolo per ridisegnare il domani.

Si tratta di un viaggio che non si può fare da soli.

La memoria è un prodotto collettivo.

L’operazione nel suo procedere ha portato ad una ricongiunzione dell’elemento biografico individuale con la dimensione comunitaria. E dunque il mare e il suo degrado, la perdita di bellezza e di valore della costa, la restrizione delle possibilità di azione, la mancanza di legalità non possono non essere inquadrati che come questioni sociali che interrogano e sollecitano nuove azioni e nuove corresponsabilità.

L’Ecomuseo racconta, valorizza e esalta una conoscenza minuta, particolare che, tuttavia, nell’economia del progetto, diventa esperienza universale di riappropriazione di vita e di senso.

L’azione di CLAC si pone dunque come iniziativa dal valore collettivo. Essa è stata riconosciuta come azione pubblica, produttiva di nuove opportunità di intrapresa anche per altri. Senza rimpiangere quello che avremmo dovuto o potuto essere, Mare Memoria Viva invita a riscoprire quello che c’è ancora da fare, con la fiducia che, insieme, sia possibile incidere su ciò che possiamo diventare.

E ritrovare così il destino nel nome.