Per l’iscrizione a tutti e tre moduli e per eventuali condizione di vantaggio si prega di consultare direttamente il link.
Lo stato di perdurante alienazione ci ha mostrato come il nostro sistema sanitario non fosse pronto ad affrontare questa drammatica emergenza, mettendo in luce le “cose che funzionano” e le “cose che non funzionano”, le questioni organizzative, le questioni economiche, e, non ultimo, il pesante vissuto lavorativo degli operatori.
Parte, così, il 24 marzo un ciclo di corsi di formazione ECM dedicato a tutti gli operatori sanitari, senza distinzioni di ruolo, che sentono il bisogno di fermarsi, riflettere, confrontarsi, prendersi cura di se stessi per poter continuare a prendersi cura degli altri. Direttore scientifico è la Prof.ssa Luigina Mortari dell’Università di Verona e Direttore della Human Touch Academy di Fondazione Zoé – Zambon Open Education.
Cosa si è imparato e cosa si è perduto? Come consolidare i nuovi saperi acquisiti con questa esperienza?
I moduli proposti per riflettere sulla pandemia, che saranno erogati da fine marzo a giugno, sono tre: i dilemmi etici; le Medical Humanities; la cura di sé tramite la mindfulness.
Nel primo modulo si analizzeranno le regole che stanno alla base della buona dialettica e dei processi decisionali. Nel secondo, si porrà l’accento sull’importanza della narrazione in medicina, per dispiegare e integrare il vissuto soggettivo, e infine verranno fornite le basi per la salute psicologica e alcuni strumenti di auto-aiuto immediati da apprendere, in ambito lavorativo e non, grazie al contributo delle tecniche meditative di tipo mindfulness.
Si tratta di un percorso multidisciplinare che integrerà lo sviluppo di un atteggiamento empatico, lo sviluppo di abilità interpretative, la comprensione e cura di sé e l’acquisizione di senso etico e responsabilità. Questi obiettivi risultano oggi ancora più significativi per quei formatori – come quelli coinvolti in questo progetto – che ritengono che nella situazione attuale sia fondamentale trovare uno spazio per le esperienze traumatiche, per la malattia, la rabbia e altre emozioni che emergono da chi è stato ed è ancora sul campo.
La Fondazione Zoé – Zambon Open Education, insieme alla Fondazione Fresco Parkinson Institute, ha scelto di sostenere queste giornate di formazione per andare incontro ai bisogni talvolta emersi, talvolta non ancora venuti alla luce, di tanti operatori sanitari che hanno dovuto fare i conti con questa nuova, inaspettata realtà che non dà segno di arrendersi.