Fraternità, aiutare chi aiuta. Non è meraviglioso poter aiutare chi aiuta? Le piccole organizzazioni di beneficienza rappresentano circa il 97% di tutto il settore non profit e sono fondamentali e vitali per le comunità dove operano. Tutte loro esercitano un grande valore: la responsabilità. Una responsabilità sociale, economica, ecologica. Attraverso la responsabilità si fanno carico del bene comune. Se noi osserviamo cosa sta accadendo in questo tempo così difficile e complicato del Coronavirus, constateremo che in prima fila a sostenere le persone, ed i problemi delle persone, c’è il grande mondo del volontariato del non profit, del Terzo settore.
Eppure, se scorriamo i decreti ministeriali, i decreti del Presidente del Consiglio, non troviamo traccia del Terzo Settore. Difficoltà enormi per effettuare le sospensioni delle rate di mutuo, per avere la cassa integrazione in deroga. Nessuna possibilità di usufruire dei finanziamenti a tasso agevolato con garanzia dello Stato.
Ma esiste il Terzo Settore?
Vedete, la Comunità non funziona a pezzi. La Comunità funziona quando tutto il sistema agisce con forme di scambio corrette, quando ognuno fa la propria parte. Lo Stato fa la propria parte, i privati fanno la loro parte ed il Terzo settore fa la propria parte. Lo Stato ha un ruolo, un grande ruolo. Vorrei ricordare che in molti dicevano che ci sarebbe voluto meno Stato. I privati, il mercato profit, non dettano norme per l’impegno oltre l’orario dei dipendenti. Eppure molte imprese in questo periodo sono sorrette dal dono volontario dei dipendenti. Stato, impresa, Terzo settore sono interdipendenti. Funzionano se operano tutti insieme, nessuno si salva da solo. Immaginatevi questa tempesta del Coronavirus con meno Stato, con meno dono, con più egoismo. Bisogna mettere a valore questa esperienza. Il processo crea valore.
Il Terzo Settore produce in Italia un valore di circa 87 miliardi di Euro, con prestazioni operative per 13,5 miliardi di ore. Chi l’avrebbe mai detto? Io questo lo chiamo produrre valore per la Comunità. Protagonisti uniti e consapevoli. La voglia di condividere permette di fare approcci generativi di grande rilevanza per le persone e per il territorio, sostanzialmente la capacità di creare un’economia circolare del dono, una solidarietà circolare. La capacità che batte la mediocrità. La capacità di realizzare il desiderio di avere una solidarietà condivisa e solidale.
Il Terzo Settore è anche un grande esempio di come dovrà essere il nostro nuovo mondo. Sì, certo perché il cambiamento non è garanzia di miglioramento. La cosa più importante è come faremo il cambiamento. Lo voglio ribadire il “come” è fondamentale. Serve dare grande valore a come faremo le cose. Facciamo un esempio: lo Stato acquista le mascherine che sono importanti e necessarie per il nostro prossimo futuro. Se invece lo Stato investisse gli stessi soldi per riconvertire delle aziende per produrre le mascherine, lo capiamo tutti che c’è una grande differenza. Riconvertire un’azienda crea valore per tutti. Stato, impresa, dono per le persone. Vediamo un altro esempio: la Regione Lombardia vuole ringraziare tutto il sistema sanitario Ospedaliero e paramedico stanziando 80 milioni di Euro. Personalmente vedo questa operazione come voler monetizzare una grande dimostrazione di disponibilità, di professionalità, di dono. Se proprio però vogliamo riconoscere questo valore potremmo dare, quando questa tempesta sarà passata, dei vouchers a tutto il personale medico e paramedico per fare delle ferie sul nostro territorio. Creeremmo molto più valore, sostenendo un settore in grande difficoltà come il turismo, faremmo lavorare bar, ristoranti, lavoratori stagionali, addetti alle pulizie e via via così di seguito. Possiamo, quindi, constatare che “il come fare le cose” fa una grande differenza.
Però il problema sussiste: esiste il Terzo Settore?
Se noi analizziamo giuridicamente il problema siamo ancora in attesa dell’approvazione definitiva di tutti i decreti attuativi del Terzo Settore. E’ anni che l’applicazione di questi decreti viene rinviata. Questo non è più tollerabile. Anche la politica deve fare la sua parte. Noi l’abbiamo sempre fatta in prima persona, senza tentennamenti, senza paura, senza condizionamenti. Non possiamo sempre essere figli di un Dio minore, ci piacerebbe avere da tutti lo stesso rispetto, perché per costruire un mondo nuovo, il Terzo Settore è indispensabile.